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Monti: convertire in legge il DL liberalizzazioni senza modifiche

/ REDAZIONE

Venerdì, 16 marzo 2012

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La fase più critica per la finanza pubblica è superata, anche se non si può dire di essere completamente fuori “dall’emergenza”, né ci si può “rilassare” sul rigore fiscale; però ora si può cominciare a concentrare gli sforzi sulla crescita economica, di cui il DL liberalizzazioni è “un tassello fondamentale”, che va quindi convertito dalle Camera senza ulteriori modifiche.

Questo il ragionamento fatto ieri dal Premier Mario Monti alle Commissioni Attività produttive e Finanze della Camera, impegnate nell’esame del provvedimento. Nel suo intervento il Premier ha lanciato un appello alla Camera, visti i tempi stretti e il testo “migliorato”. Ai deputati ha quindi chiesto di rinunciare a modificare il testo per evitare una terza lettura in Senato. Richiesta accolta dalla maggioranza, ma con, le proteste della Lega che ha abbandonato i lavori.

Monti, tuttavia, non ha solo stoppato gli emendamenti, ma ha fatto il punto sulle politiche economiche del Governo. “Nelle ultime settimane – ha spiegato – c’è stata una distensione del quadro finanziario, ma che non si è perfettamente normalizzato. Siamo in una posizione di attenta vigilanza rispetto ai mercati finanziari”. Quindi vanno respinti “pericolosi impulsi a rilassamento” del quadro di risanamento. Ecco perché “nel contesto dato, le politiche redistributive si pongono come un posterius rispetto alle politiche di sviluppo non in deficit”, che tradotto significa: oggi come oggi non ci sono soldi né per un taglio delle tasse né da mettere in politiche industriali onerose per lo Stato.

Ed è per questo, ha insistito Monti, che si deve puntare sulle liberalizzazioni: “Più concorrenza vuol dire minori rendite di posizione e minori freni all’economia che sono delle imposte occulte che, attraverso interventi dei pubblici poteri, determinano dei gravami con vantaggi indebiti per altri cittadini”. A chi gli ha rimproverato di non aver fatto abbastanza, Monti ha poi replicato che il livello di liberalizzazioni del decreto è stato spinto “fin dove ce lo consentivano le diverse forze politiche presenti in Parlamento” e, comunque, ci saranno altri interventi legislativi, che saranno «la sede appropriata per continuare l’opera e andare più in là». (Redazione)

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