Legittima la rettifica fondata sul file trovato nel PC
Per «aprire» il computer protetto da password serve l’autorizzazione del PM solo se il contribuente si oppone
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5226 di ieri, è tornata su un argomento che, per i motivi che si esporranno, è di estrema attualità, anche perchè non vi sono ancora né chiarimenti ufficiali né prese di posizione nette della giurisprudenza.
I giudici di Cassazione, richiamando il proprio orientamento in tema di valore probatorio dei cosiddetti “brogliacci”, affermano che nell’accertamento IVA (il discorso, tuttavia, vale per le verifiche fiscali in generale), i documenti informatici, ovvero i cosiddetti files, estrapolati “legittimamente dai computers nella disponibilità dell’imprenditore”, nei quali sia contenuta la contabilità non ufficiale, costituiscono un valido elemento probatorio. A questo punto, quindi, sarebbe il contribuente a dover ...
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