ACCEDI
Mercoledì, 25 giugno 2025 - Aggiornato alle 6.00

LETTERE

Ai problemi del Paese contribuiscono anche piccole scorrettezze quotidiane

Giovedì, 31 maggio 2012

x
STAMPA

Caro Direttore,
in un periodo come quello che stiamo attraversando, di gravi difficoltà per molti dei nostri clienti, assistiamo con notevole imbarazzo alla perdurante inerzia dei nostri governanti di fronte a situazioni che, a mio parere, sono di grave iniquità fiscale e scorrettezza commerciale.

In tal senso, porto l’esempio delle cosiddette associazioni/enti non commerciali, che spesso, sotto la parvenza della loro presunta funzione sociale, mascherano vere e proprie attività commerciali.

Si tratta nella generalità dei casi di veri e propri bar e ristoranti (a volte annessi ad impianti sportivi), all’interno dei quali si realizzano anche situazioni di irregolarità contributiva relativamente al lavoro impiegato.

Sarebbe pertanto opportuno che si avesse il coraggio di chiamare le cose con il loro vero nome. Quando siamo di fronte ad un pubblico esercizio (bar o ristorante che sia) non è giusto che gli si attribuisca l’appellativo di “circolo”, costruendovi intorno un paravento di tipo associativo, per poter beneficiare delle agevolazioni della L. 398/91.

Se si riqualificassero queste situazioni in funzione della loro reale natura, si eviterebbero inoltre inique situazioni di concorrenza sleale tra i cosiddetti circoli bar/ristoranti ed i veri pubblici esercizi titolari di reddito d’impresa.

Certo, non si tratterebbe di provvedimenti di politica fiscale risolutivi o epocali, ma sono dell’opinione che per risolvere i problemi del nostro Paese sarebbe necessario occuparci anche di questi “piccoli” aspetti che ci circondano, vere e proprie storture da correggere nell’interesse, a mio parere, della collettività.


Alessandro Bernardeschi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pisa

TORNA SU