Dubbia l’attribuzione della rilevanza ai fini 231 solo ad alcuni reati ambientali
Assonime critica la scelta di adottare un criterio che evidenzia condotte solo formali ed esclude fattispecie connesse a possibili disastri ambientali
L’inserimento dei reati ambientali nel “catalogo 231” richiede una particolare attenzione da parte di tutti gli operatori del sistema-impresa. È questo il tema di cui si occupa Assonime nella circolare n. 15 diffusa ieri, che si sofferma sulla novella recata dal DLgs. 121/2011 e all’impatto di questa ennesima estensione della responsabilità ex DLgs. 231/2001 sull’organizzazione degli enti interessati.
Assonime si concentra in primo luogo sulle condotte previste dall’art. 25-undecies del Decreto 231 che, oltre agli illeciti di cui agli artt. 727-bis (uccisione, distruzione, cattura, prelievo e detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette) e 733-bis (distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto) c. ...
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