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OPINIONI

Per il salto di qualità, servono leadership e unità

Nel prossimo mandato del CNDCEC, sarà importante un rapporto più stretto con gli Ordini e un’attenzione costante ai problemi della Categoria

/ Massimo MIANI

Lunedì, 11 giugno 2012

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Pubblichiamo l’intervento di Massimo Miani, Presidente ODCEC Venezia.

Se chiediamo oggi agli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili qual è il problema che maggiormente li affligge, la risposta è, nella grande maggioranza dei casi, la sempre maggiore difficoltà nell’incassare con tempistiche ragionevoli le parcelle per le prestazioni che ha svolto.

Un problema che, paradossalmente, è ancora più pronunciato per le prestazioni di carattere ordinario e ricorrente, rispetto alle consulenze di natura straordinaria.

Queste difficoltà, che mettono a dura prova la tenuta finanziaria di moltissimi studi e delle famiglie che stanno dietro ai professionisti e ai collaboratori che vi operano, non possono trovare una risposta all’interno della nostra Categoria, perché sono uno dei tanti riflessi di una crisi che la colpisce non in quanto tale, ma in quanto parte di un Paese la cui economia è in difficoltà crescente, presa nella morsa di una pressione fiscale sempre più alta e di una liquidità sempre più asfittica.

È per questo che sono convinto che la nostra Categoria debba continuare ad essere presente e propositiva nel dibattito generale del Paese, sui temi di politica economica e sociale, cercando di farlo con quella qualità e credibilità che ha caratterizzato negli ultimi quattro anni tutte le nostre assisi nazionali e che veniva giustamente ricordata e rivendicata dal Presidente Siciliotti alla vigilia dell’Assemblea annuale dello scorso 30 maggio, proprio sulle pagine di questo giornale (si veda Siciliotti: “«Basta sprechi, serve l’Agenzia delle Uscite»” del 31 maggio 2012).

Dove la Categoria può fare di più e di meglio, per se stessa e per i suoi iscritti, è sul fronte dell’organizzazione interna e della semplificazione burocratica, che appesantisce in modo rilevante l’attività degli studi e aumenta il rischio di incorrere in sanzioni spesso assolutamente sproporzionate.

Nel prossimo mandato del Consiglio nazionale, sarà fondamentale tessere un rapporto particolarmente stretto con gli Ordini locali e trasformare tutta una serie di uffici e strutture “centrali” in punti di riferimento diretto per la “periferia”, mettendo anche in rete quanto di buono e di meglio sono in grado di produrre gli Ordini locali di maggiori dimensioni e, conseguentemente, con maggiore disponibilità organizzativa.

Da questo punto di vista, uno dei primi fronti su cui cercare di coagulare anche le altre professioni sarà, senza dubbio, quello dell’antiriciclaggio.

Come è stato rappresentato su queste pagine (si veda “Sull’antiriciclaggio per i professionisti è l’ora delle scelte” del 15 maggio 2012) e opportunamente ricordato in alcuni interventi della sessione pomeridiana dell’Assemblea nazionale del 30 maggio, possiamo anche accettare, per superiori esigenze di sistema, di essere appresi a doveri di segnalazione e a conseguenti rischi sanzionatori in caso di omissioni.

Quello che però non possiamo né dobbiamo accettare è che i nostri doveri si estendano sino a veri e propri obblighi di schedatura della clientela e persino dei soggetti con cui essa si relaziona, con tanto di pesantissime sanzioni che trovano applicazione pure se, in concreto, nessun obbligo di segnalazione di specifiche operazioni è stato violato.
No, no e ancora no.

L’Assemblea del 30 maggio, per chi era presente e ha la disponibilità a valutare le cose con oggettività e serenità di giudizio, ha dimostrato una volta di più come una delle poche cose certe all’interno della nostra Categoria sia la qualità dell’attuale leadership.

L’attuale leadership necessita di un rafforzamento della squadra

Una leadership che necessita, però, di un adeguato rafforzamento della squadra, cui compete il difficile compito, nei diversi ambiti e materie, di lavorare quotidianamente gomito a gomito con i vari interlocutori, per non disperdere quel patrimonio di credibilità, autorevolezza e di attenzione che certi interventi, certe ricerche e certe idee di ampio respiro riescono a catalizzare come altre cose non possono riuscirvi, né mai vi riusciranno.

Questo rafforzamento della squadra, attorno a questa leadership, sarà tanto più adeguato quanto maggiore sarà il numero dei territori che metteranno a disposizione le proprie migliori risorse umane e tecniche, superando contrapposizioni che sembrano oggi polarizzate più su ragionamenti attinenti il futuro di taluni singoli, piuttosto che sul futuro dell’intera Categoria.

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