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CdM: golden share per le aziende strategiche e anticipo dei fondi per i Comuni

/ REDAZIONE

Sabato, 11 agosto 2012

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Poteri speciali delegati al Presidente del Consiglio in caso di scalate su proposta del Ministro della Difesa e, se si tratta di aziende controllate dallo Stato, su proposta del Ministro dell’Economia, per difendere le aziende nazionali considerate “strategiche” da eventuali appetiti esteri, e un anticipo dei fondi per fornire subito più liquidità ai Comuni. Sono due degli interventi varati dall’ultimo Consiglio dei Ministri, riunitosi ieri prima della pausa estiva che quest’anno durerà poco: una nuova riunione è infatti già prevista per il 23-24 agosto, sempre se la situazione sui mercati si manterrà “stazionaria”.

Nel dettaglio, con l’ok a un DPCM, il Governo ha intanto posto il secondo tassello dell’operazione nata per superare la golden share dopo i rilievi europei. Il decreto, varato definitivamente nello scorso mese di maggio, era stato infatti necessario per l’apertura di una infrazione da parte dell’UE. La vecchia normativa del 1994 “cozzava” infatti con i principi europei e sull’Italia pendeva anche un giudizio della Corte di Lussemburgo. Si passa così dalla golden share al gold power, cioè ai poteri speciali da utilizzare sulle aziende che operano in settori strategici (Difesa, Energia, Comunicazioni, Infrastrutture). Il DPCM definisce così il perimetro e i contenuti del possibile esercizio dei poteri. In base alla legge dell’11 maggio 2012, il presupposto dell’esercizio di tali poteri è l’esistenza di una minaccia di “grave pregiudizio” per gli interessi essenziali della difesa e sicurezza nazionale.

Nella sostanza – spiega una nota di palazzo Chigi – il Presidente del Consiglio può esercitare i propri poteri speciali attraverso l’imposizione di specifiche condizioni all’acquisto di partecipazioni e può anche porre il veto all’adozione delle più significative delibere societarie o apposizione di specifiche condizioni, se sufficienti a garantire adeguata tutela e opporsi all’acquisto di partecipazioni che raggiungano un livello tale da compromettere gli interessi protetti secondo valutazioni da operare caso per caso, non essendo possibile ricorrere a fattispecie astrattamente predeterminate (esempio: fissazione di soglie minime di rilevanza).

Successivamente, il decreto sarà sottoposto al parere del Consiglio di Stato e comunicato alle competenti Commissioni parlamentari prima della sua adozione. Poi, a settembre, arriveranno i regolamenti attuativi. Il testo varato (in tutto tre articoli) punta alla “cura di interessi generali e fondamentali per la vita del Paese” salvaguardando gli “interessi vitali dello Stato” ma con misure “meno restrittive”, rispetto al ’94.

Per quanto riguarda, invece, i Comuni, il CdM ha deciso di anticipare il pagamento della metà della terza e ultima rata 2012 del Fondo sperimentale di riequilibrio, “al fine di fronteggiare le svariate situazioni di deficit di liquidità”. In questo modo si permetterà ai bilanci comunali di poter immediatamente disporre di una somma pari a 1 miliardo e 190 milioni.

Ancora, il CdM ha dato il via libera al provvedimento sulla revisione della geografia giudiziaria, dando così attuazione alla delega conferita dal precedente Esecutivo con la legge per la stabilizzazione finanziaria del 2011. Il testo definitivo prevede che i tribunali soppressi siano 31 anziché i 37 previsti in origine, e che le procure cancellate siano 31 invece che 38. I sei tribunali “salvati” sono tutti dislocati in zone ad alto pericolo di infiltrazione mafiosa o di crimimalità organizzata. (Redazione)

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