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Via libera del Consiglio dei Ministri alla legge di stabilità 2013

/ REDAZIONE

Mercoledì, 10 ottobre 2012

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Il Consiglio dei Ministri, con all’ordine del giorno il Ddl. contenente le disposizioni disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità) e il disegno di legge contenente il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015, si è riunito ieri alle 18 ed è terminato alle 2.15 del mattino, ben oltre la chiusura di Eutekne.info.

Nel comunicato stampa diramato al termine della riunione, il Governo ha reso noto di aver approvato il Ddl. di stabilità e il Ddl. contenente il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015. Quest’anno – si legge nel comunicato stampa – la legge di stabilità per il 2013-2015 consente di conseguire il pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2014.

Gli obiettivi della legge sono cinque: anzitutto, evitare l’aumento di due punti percentuali dell’IVA a partire da giugno 2013. La legislazione vigente prevede l’aumento dell’IVA a partire dal 1° giugno 2013. Con la legge di stabilità l’aumento viene dimezzato. Gli altri obiettivi sono i nuovi incentivi per l’aumento della produttività; le garanzie per gli esodati; la copertura del quadro esigenziale dei Ministeri per il 2013; il pagamento degli arretrati delle PA. Per realizzarli sono previsti tre strumenti: la revisione della spesa pubblica (spending review); gli interventi fiscali in materia bancaria e assicurativa; l’imposta sulle transazioni finanziarie.

La legge di stabilità prevede anche la rimodulazione di alcune tax expenditures per i redditi superiori ai 15mila euro: in particolare, s’introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni IRPEF e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3.000 euro; si prevede anche l’assoggettabilità a IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità. Per introdurre un elemento di equità nella revisione della tassazione sui redditi e agevolare i consumi delle famiglie dal reddito più basso, la legge introduce poi una riduzione di un punto percentuale (da 23 a 22 punti e da 27 a 26) dell’aliquota IRPEF sui primi due scaglioni di reddito (da 0 a 15mila euro e da 15mila a 28mila euro). Quindi, dopo averne smentite le dichiarazioni rilasciate alla trasmissione Ballarò, di fatto, il Governo ha confermato quanto detto dal Sottosegretario Polillo.

Nell’ambito della legge di stabilità, il Consiglio ha anche approvato il secondo capitolo delle disposizioni per la revisione della spesa pubblica (spending review). La prima fase della spending ha garantito un risparmio di circa 4,4 miliardi per il 2012, 10,3 miliardi per il 2013 e 11,2 miliardi per il 2014. La spesa censita alla quale fanno riferimento questi risparmi è pari a circa 60 miliardi di acquisto di beni e servizi. Le nuove misure di razionalizzazione della spesa pubblica si basano su un censimento di spesa “aggredibile” pari a circa 50 miliardi: 11 miliardi per l’acquisto di farmaci, 7 miliardi per i dispositivi medici e 32 miliardi di acquisti per gli investimenti. L’importo censito nelle due fasi della spending è di 110 miliardi, circa il 65% della spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi.
A regime, il risparmio derivante dalla spending review è di 3,5 miliardi.

Un capitolo importante del provvedimento riguarda i controlli dei bilanci delle Pubbliche Amministrazioni. In particolare, verrà rafforzata la capacità di controllo sui bilanci degli enti locali, che farà leva sulla Corte dei Conti, sui servizi ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato e sulla Guardia di Finanza.

Infine, il CdM ha approvato un Ddl. costituzionale di riforma del Titolo V, resosi necessario viste le criticità emerse nel corso di questi anni; tuttavia, dato il breve spazio di legislatura ancora a disposizione, l’obiettivo è quello di apportare modifiche quantitativamente limitate, ma significative dal punto di vista della regolamentazione dei rapporti fra lo Stato e le Regioni. (Redazione)

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