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Befera: La riscossione in mano ai Comuni non sarebbe più «umana»

/ REDAZIONE

Mercoledì, 14 novembre 2012

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Non è vero che la riscossione delle tasse affidata ai Comuni sarebbe più “umana”. A smentire chi lo sostiene è stato, ieri, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, a margine del 9° convegno nazionale sulle garanzie e tutele sociali, organizzato dall’ODCEC di Milano e svoltosi alla Bocconi, che si è focalizzato sul tema “Fisco: superare le criticità del sistema con un equo e trasparente utilizzo del gettito”.

Intervenuto al convegno, Befera ha poi puntualizzato che “I Comuni devono fare la riscossione esattamente come Equitalia, perché la legge è una sola”. Inoltre, secondo il numero uno delle Entrate, la guerra contro Equitalia “è diminuita. Equitalia è comunque un’espressione forte dello Stato perché è quella che va a prendere i quattrini dall’evasione. Noi non siamo cattivi: quello che stiamo cercando di fare da tre anni è di dire ai nostri funzionari che il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini nasce anche nel momento del contrasto tra contribuente e ufficio”.

Befera ha partecipato alla tavola rotonda intitolata “Etica nell’utilizzo del prelievo e nella spesa pubblica”, che ha seguito una serie di relazioni accertamento, riscossione, evoluzione delle problematiche su elusione e abuso del diritto, reclamo e mediazione.
Alla tavola ha partecipato anche il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha aperto alla possibilità di lanciare una società in alternativa a Equitalia per la riscossione: “È una delle vie che vogliamo percorrere. A Torino c’è stato un buon risultato della gestione diretta da parte del Comune, bisogna trovare le sinergie tra gli enti locali per poter risparmiare e per dare migliori servizi ai cittadini bisogna lavorare insieme”.

Nel corso del convegno è stata anche presentata una ricerca di ISPO per l’Ordine dal titolo “Gli italiani e le tasse”, dalla quale è emerso che due Italiani su tre sono disponibili a maggiori controlli per combattere l’evasione fiscale, specie sui conti correnti e le spese. Inoltre, dall’indagine è risultato un calo, rispetto al 2011, dell’atteggiamento conciliante verso chi evade le tasse, mentre appare molto diffusa (87%) la condanna sociale verso gli evasori. La ricerca mostra anche un’apertura di credito degli italiani nei confronti delle imposte: il 57% considera infatti le tasse un contributo, sottolineando un’inversione di tendenza rispetto al trend decrescente registrato dal 2004 al 2011. Dall’indagine ISPO emerge, infine, che, nonostante sia diffusa la percezione che lo Stato spenda male il denaro disponibile, la maggioranza degli Italiani (51%) dichiara la necessità di ricevere più servizi anche a costo di pagare più tasse, mostrando di fatto un’accettazione del patto contrattuale. (Redazione)

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