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Azioni a voto plurimo con il rebus dell’introduzione

Il DL 91/2014 convertito prevede azioni a voto plurimo nelle spa «non quotate» con una disciplina transitoria che presenta notevoli incertezze

/ Maurizio MEOLI

Sabato, 23 agosto 2014

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La legge di conversione n. 116/2014 del DL 91/2014 ha introdotto, rispetto al testo originario del decreto, la possibilità nelle spa non quotate dell’emissione di azioni a voto plurimo. In particolare, il nuovo comma 8-bis dell’art. 20 ha sostituito l’art. 2351 comma 4 c.c., stabilendo che, salvo quanto sancito da leggi speciali, lo statuto delle spa non quotate può prevedere la creazione di azioni con diritto di voto plurimo. Ciascuna azione a voto plurimo può avere fino ad un massimo di tre voti. In pratica: nell’ambito delle spa quotate sono possibili azioni con due voti (azioni a voto maggiorato); in quelle non quotate saranno possibili azioni con massimo tre voti (azioni a voto plurimo). Il voto plurimo (due o tre) per ciascuna azione non deve sussistere necessariamente ...

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