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Per la Cassazione decadono i dirigenti, ma non gli atti impositivi

I Supremi giudici affermano senza mezzi termini l’inconferenza della questione sui «dirigenti decaduti» ai fini della validità degli atti

/ Alfio CISSELLO

Martedì, 10 novembre 2015

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La Corte di Cassazione, con tre sentenze depositate ieri (nn. 22800, 22803 e 22810), pone un netto freno alla possibilità di eccepire, in sede di ricorso contro gli atti impositivi, il vizio di sottoscrizione degli stessi derivante dall’annosa questione dei c.d. “dirigenti decaduti”.
Rammentiamo brevemente che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 37/2015, ha dichiarato illegittimi gli artt. 8 comma 24 del DL 16/2012, 1 comma 14 del DL 150/2013 e 1 comma 8 del DL 192/2014, per violazione, tra l’altro, dell’art. 97 della Costituzione, che impone la regola del concorso per l’accesso alle cariche pubbliche.
Tali norme, mediante una continua serie di proroghe (inizialmente avvenute tramite la modifica, ad opera dell’Agenzia delle Entrate, dell’art. ...

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