Operazioni inesistenti in reverse, il cessionario assolve e non detrae l’IVA
Per le violazioni ante 2016 la giurisprudenza adotta un’interpretazione che non tiene conto del nuovo regime sanzionatorio
Una recente sentenza della C.T. Prov. di Treviso (n. 237/4/16 del 28 giugno 2016) offre lo spunto per alcune considerazioni in merito al rapporto tra reverse charge e diritto alla detrazione dell’IVA, nel caso di operazioni qualificate come “inesistenti”.
Secondo i giudici, il committente che ha ricevuto e registrato fatture soggette a reverse charge, disconosciute perché emesse a fronte di operazioni inesistenti, è debitore per l’IVA indicata sulle fatture, ma non può detrarre l’imposta assolta.
Il caso affrontato scaturiva da una complessa contestazione riguardante l’asserita inesistenza di operazioni effettuate con il meccanismo del reverse charge ex art. 17 comma 6 del DPR 633/72.
Le fatture ricevute e registrate, ancorché relative ad operazioni inesistenti, ...
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