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FISCO

Con la conciliazione giudiziale si estingue la pretesa fiscale originaria

Per la Cassazione, la transazione si sostituisce all’originario verbale di constatazione e all’avviso di accertamento

/ Antonino RUSSO

Sabato, 25 febbraio 2017

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Con una interessante decisione, la n. 4807 depositata ieri, la Suprema Corte stabilisce i limiti di applicazione delle misure cautelari, adottate ex art. 22 DLgs. n. 472/1997, quando la lite – introdotta avverso l’accertamento sortito da PVC – si conclude con una conciliazione giudiziale.

Come si ricorderà il citato art. 22 prevede che l’ipoteca ed il sequestro conservativo siano misure cautelari di cui l’Amministrazione finanziaria può avvalersi, in presenza di pericolo per la riscossione. La norma di riferimento, nel corso degli ultimi anni, è stata ampliata e potenziata, rappresentando così un efficace strumento per il contrasto di fenomeni di evasione, mentre l’istituto della conciliazione giudiziale (art. 48 del DLgs n. 546/92), pure oggetto di varie modifiche,

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