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INIZIATIVE DI CATEGORIA

Gli Ordini della Campania spingono la professione al «cambiamento»

/ REDAZIONE

Sabato, 30 settembre 2017

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“La complicazione del sistema fiscale, anche in vista dell’ingresso a regime della fatturazione elettronica, è uno degli aspetti critici che impongono sempre più il cambiamento della professione nella direzione della certificazione dei processi e, dunque, dei contenuti fiscali dei documenti digitali”.
Lo scrivono gli 11 Ordini dei commercialisti della Campania (Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Napoli Nord, Nocera Inferiore, Nola, Sala Consilina, Salerno, Torre Annunziata, Vallo Della Lucania) che, con una nota congiunta diffusa ieri, sono tornati anche sulle “paradossali vicende dello spesometro”, ulteriore dimostrazione delle “problematiche strutturali della categoria nel comparto della consulenza e assistenza tributaria e nel rapporto con l’Amministrazione finanziaria”.

Per questo, è necessario “ridefinire il ruolo del commercialista”, creando le condizioni affinché possa tornare a essere “un punto di riferimento per le imprese, solido e stabile nel tempo, in tutti i comparti gestionali”.
Per fare sì che questo cambiamento avvenga, continuano gli ODCEC campani, serve “alta specializzazione” e “presenza diffusa sui territori mediante efficace infrastruttura, quale strumento che consenta di ottenere ed offrire servizi diversificati, in modo completo, rapido, economico ed efficace”.

Il processo, però, non può prescindere dall’impegno degli organi istituzionali di categoria, il Consiglio nazionale e le Casse di previdenza, chiamate a sostenere anche economicamente le iniziative di carattere strutturale. In questo senso, qualcosa pare si stia muovendo. Nella prossima Assemblea dei Delegati del 4 ottobre, infatti, il consiglio di amministrazione della Cassa di previdenza dei Dottori commercialisti (CNAPDC) “proporrà – ricorda la nota degli Ordini della Campania – di aggiornare i criteri di investimento al fine di poter procedere ad effettuare, nel limite del 5% del proprio patrimonio, investimenti di lungo periodo in organismi di diritto pubblico, società/progetti a sostegno dello sviluppo economico nazionale, società/progetti di interesse strategico della Cassa e della categoria (solidi ed affidabili)”.

Un’iniziativa che gli 11 Ordini locali accolgono con favore, perché tale modifica ai criteri di investimento permetterà all’ente di “poter valutare iniziative sia direttamente a favore dello sviluppo della categoria, sia in termini di presenza nell’economia reale”. Un passaggio “fondamentale” che permette di creare un “fronte istituzionale, tra Consiglio Nazionale, Ordini territoriali e Casse di previdenza”, per affrontare le attuali difficoltà della categoria e ridefinire il ruolo della professione.

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