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LETTERE

Specializzazioni e libero mercato, ma senza «vere» esclusive professionali

Venerdì, 17 novembre 2017

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Caro Direttore,
pur facendo ogni sforzo e approfondimento, purtroppo c’è qualcosa che non riesco a comprendere e chiedo umilmente aiuto per tentare di riuscirci.
Da dottore commercialista, iscritto all’Ordine ormai dal 1986, non riesco a comprendere quale sia il dato normativo che può rafforzare il concetto delle auspicate “specializzazioni” per la nostra professione.

Tento di chiarire il mio pensiero: in un libero mercato, dove non ci sono nette, chiare e definite esclusive professionali – cioè tutti possono fare pressoché tutto – che senso ha parlare, nel novembre del 2017, di “fregiarsi” di un titolo, di “sanzionare” chi dovesse abusarne, in concreto di creare figure a salvaguardia delle “fede pubblica” se quella stessa “fede pubblica” viene quotidianamente offesa dalle logiche del libero mercato?

Prima quindi di inseguire nuovi emendamenti che possano reintrodurre ciò che comunque vedo, seppure scarsamente, interessante, non sarebbe opportuno battersi una volta e per tutte per ottenere la fine di questa assurda contraddizione di una nobile professione regolamentata quale la nostra, con ambiti ben descritti ma per nulla definiti e protetti, in ragione di un’altrettanto regolamentata regola del libero mercato?


Gianni Tomo
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Napoli

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