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INIZIATIVE DI CATEGORIA

Commercialisti milanesi con fatturato stazionario, conta la specializzazione

/ REDAZIONE

Giovedì, 30 novembre 2017

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All’orizzonte c’è un andamento economico per lo più stazionario, nel 45% dei casi: solo il 25% dei commercialisti milanesi si aspetta una crescita, in media del 20%, mentre per il 30% vede il proprio fatturato in decremento. La professione risulta poi ancora caratterizzata da una forte prevalenza maschile e una presenza di donne più rilevante solo nella fascia di fatturato inferiore ai 100 mila euro.
Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca svolta dalla commissione rilevazione dati statistici dell’ODCEC di Milano e realizzata in collaborazione con la professoressa di statistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Danya Facchinetti e con il professore e direttore dell’Osservatorio professionisti e innovazione digitale del Politecnico milanese Claudio Rorato.

L’indagine è stata condotta su un campione di 1.885 commercialisti milanesi, pari al 22% degli iscritti all’Ordine, suddiviso in cinque diverse fasce di fatturato: la prima riferita a un volume d’affari inferiore a 100 mila euro, l’ultima a un fatturato superiore a un milione di euro. Dai dati risulta che circa il 76% dei commercialisti si colloca nella fascia inferiore ai 300 mila euro, con una prevalenza di studi singoli impegnati in diverse attività consulenziali, per offrire sia servizi contabili che assistenza fiscale, societaria ed economica.

Se l’ampliamento delle specializzazioni è la ricetta per fronteggiare le sfide del futuro per la maggior parte degli intervistati, in relazione alla presenza sul mercato internazionale o assistenza a clientela di nazionalità estera il 48% ha dichiarato di non parlare una lingua straniera, anche se quasi la metà del campione ha affermato di assistere qualche cliente straniero. Più della metà di chi conosce lingue straniere parla l’inglese e la conoscenza di più lingue risulta essere una prerogativa dei professionisti con fatturati oltre i 500 mila euro.

Tornando a prospettive e sfide future, preoccupa il processo di digitalizzazione in corso: il 44% dei commercialisti considera infatti una minaccia novità come fatturazione elettronica e dichiarativi precompilati, il 42% le ritiene un’opportunità e il 14% ininfluenti. Il 45% del campione non prevede un impatto sulla propria attività del processo di digitalizzazione nei prossimi cinque anni, il 37% già entro i prossimi due anni e il 4% tra i due e i cinque anni.

Per affrontare le difficoltà occorre puntare sulle specializzazioni per il 49% degli intervistati. Avranno una rilevanza strategica anche gli investimenti nella tecnologia (23%), l’aggregazione tra diverse professioni (23%) e una riduzione dei servizi offerti a fronte di una migliore qualificazione (21%). Per il 65% dei commercialisti le competenze specialistiche sono il maggiore fattore di successo per il futuro della professione, seguite da competenze generaliste (33%), innovazione (32%) e capacità relazionali (17%).

Anche forme di aggregazione con i propri colleghi o con professionisti di altre categorie sono viste come una delle migliori soluzioni per affrontare le sfide future e considerate utili per integrare diverse specializzazioni (79%), ridurre i costi (47%), migliorare la qualità e la velocità dei servizi (26%) e ampliare l’offerta (26%). Solo il 5% non le ritiene di alcuna utilità.

“Siamo molto soddisfatti dell’alta partecipazione al sondaggio da parte dei colleghi – ha commentato la presidente dell’Ordine di Milano Marcella Caradonna – poiché il 22% dei rispondenti rappresenta una buona base statistica e un importante stimolo da cui partire per intercettare le esigenze e proporre nei prossimi anni strumenti operativi al loro supporto. L’indagine rappresenta un primo passo di un percorso che proseguirà anche nei prossimi anni perfezionando di volta in volta i risultati della stessa, poiché solo attraverso una fotografia chiara dello stato della professione si possono progettare azioni concrete”.

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