Rischio accertamento presuntivo se il tassista dichiara gli stessi ricavi mensili
Secondo la Cassazione la rettifica può essere basata anche sulle caratteristiche e le condizioni in cui egli esercita l’attività
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18906 del 17 luglio scorso, ha ritenuto legittimo l’accertamento presuntivo fondato sulla circostanza che la dichiarazione da parte di un tassista degli stessi incassi ogni mese sia sintomatica di una condotta di evasione, nonché antieconomica.
Al fine di inquadrare meglio il principio alla base della decisione, è utile delineare i fatti da cui trae origine la vicenda.
Un taxista che svolgeva la propria attività a Firenze dichiarava ogni mese incassi per 1.700 euro circa. L’Ufficio, pur nella formale regolarità delle scritture contabili, aveva provveduto a notificare un avviso di accertamento ai sensi dell’art. 39 comma 1 lettera d) del DPR 600/73 ritenendo poco credibili i ricavi ed i compensi dichiarati.
A corroborare la scelta ...
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