Campagna denigratoria, i commercialisti diffidano la CGIL
Cresce l’indignazione dei commercialisti per il volantino denigratorio con cui la CGIL ha pubblicizzato i nuovi servizi offerti alle partite IVA dalla NidiL, struttura sindacale interna che si occupa di lavoratori atipici.
Dopo le risposte di AIDC e ADC (si veda “La CGIL scredita i commercialisti, i sindacati rispondono” del 9 ottobre), ieri sono arrivate le repliche dell’Ordine di Reggio Emilia (il volantino è opera della locale sezione della CGIL) e di altre sigle sindacali di categoria, tutte dal medesimo tenore.
“Rimaniamo stupiti – scrive Corrado Baldini, Presidente dell’ODCEC reggiano, nella lettera inviata ai vertici locali e nazionali del sindacato – per la totale mancanza di rispetto che si dimostra nei confronti dei commercialisti e dei loro studi professionali”.
Baldini ricorda che, assieme ai commercialisti “lavorano dipendenti e collaboratori” e che “il lavoro va rispettato, sia esso dipendente, autonomo o d’impresa”.
Di qui, l’invito a “rivedere la vostra posizione” accompagnato dalla diffida dall’utilizzo di una “campagna pubblicitaria che riteniamo estremamente denigratoria per tutti i commercialisti e, indirettamente, per tutti i lavoratori che operano all’interno degli studi professionali”.
Secondo le associazioni promotrici del costituendo SNDCEC (Sindacato nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili), il fatto che l’operazione pubblicitaria arrivi da una grande organizzazione come la CGIL “deve far riflettere sulla lealtà e correttezza di chi non si fa alcuno scrupolo nel denigrare lavoratori professionisti al solo scopo di acquisire clienti”.
L’iniziativa, però, potrebbe essere solo il frutto di una “sconsiderata valutazione di una sezione locale”, per questo ci si aspetta una “pubblica presa di distanze” da parte dei vertici nazionali.
La stessa richiesta è arrivata dall’ANC, la quale si augura che si tratti “di una campagna promossa esclusivamente a livello territoriale e che la stessa non trovi diffusione da parte della CGIL nazionale, ma che quest’ultima avverta la necessità di prenderne le distanze”.
Sarcastico, invece, il comunicato dell’Unione giovani che, dinanzi al “dream team della CGIL” (il team di esperti di cui parlava il volantino), paventa la possibilità di “rinunciare semplicemente” a percorrere la strada della professione.
Tanto a tutelare la legalità, i diritti dei contribuenti e la crescita delle imprese ci pensano loro.
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