Parte l’Osservatorio nazionale sulla normativa antimafia
Si è tenuta, presso la sede romana del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, la prima riunione operativa dell’Osservatorio nazionale sulla nuova normativa antimafia, costituito a seguito della sottoscrizione nel luglio scorso, da parte di CNDCEC e Procura nazionale antimafia, di un protocollo d’intesa in materia di amministrazione giudiziaria dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Alla prima riunione hanno partecipato Maria Vittoria De Simone, della Direzione Nazionale antimafia, e i rappresentanti delle sezioni misure di prevenzione dei principali tribunali italiani: Maria Teresa Romita (Bari), Alba Sammartino (Catania), Raffaele d’Isa (Firenze), Veronica Tallarida (Milano), Guglielmo Muntoni (Roma), Francesco Menditto (Tivoli), Michele Mazzeo (Napoli).
Dell’Osservatorio, inoltre, fanno parte, in qualità di componenti stabili, Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Ennio Mario Sodano dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati alla Criminalità Organizzata – ANBSC, Antonio Balsamo della Procura Generale della Cassazione, Raffaele Malizia del tribunale di Palermo, Ornella Pastore, del tribunale di Reggio Calabria, Alessandra Salvadori (Tribunale di Torino), Giovanbattista Tona, della Corte d’Appello Caltanissetta), Stefania Pellegrini (Università di Bologna) e Costantino Visconti (Università di Palermo).
In rappresentanza del Consiglio nazionale dei commercialisti, erano presenti i Consiglieri nazionali Valeria Giancola e Giuseppe Tedesco, a cui è affidato il compito di coordinare i lavori finalizzati all’elaborazione di linee guida ed eventuali proposte di modifica dell’attuale quadro normativo. Più in generale, obiettivo dell’Osservatorio nazionale è quello di diffondere le buone prassi dei tribunali delle misure di prevenzione e degli amministratori giudiziari ed elaborare soluzioni operative.
In questo senso, la prima riunione è servita per un’analisi preliminare delle criticità riscontrate nell’applicazione pratica degli istituti previsti dagli artt. 34 (amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche e delle aziende) e 34-bis (Controllo giudiziario delle aziende) del codice antimafia.
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