Potremmo chiedere alcune riserve di legge, senza pestare i piedi a nessuno
Gentile Direttore,
in aggiunta alla lettera del collega Virgillito (si veda “I giovani non hanno la sindrome Nimby per i cambiamenti della professione”), che “quoto” interamente, indicherei alcune riserve di legge che potremmo chiedere come categoria senza pestare i piedi a nessuno (notai, avvocati,consulenti del lavoro e CAAF, per esempio, cosa che trovo ancora più triste e svilente).
In primo luogo, la tenuta dei libri sociali obbligatori con compito di segreteria nelle assemblee ordinarie delle società di capitali e cooperative. Questo garantirebbe i soci, le minoranze, il Fisco, il rispetto della legge e dello statuto, la data certa e contribuirebbe a diminuire il contenzioso societario. Serve altro?
In secondo luogo, attestazione generalizzata e obbligatoria per l’invio delle dichiarazioni dei redditi dei soggetti IVA (così come avviene oggi per chi ha crediti IVA e IRES/IRPEF). L’Agenzia delle Entrate sarebbe sgravata di un lavoro che non può fare, ovvero il controllo formale su tutte le dichiarazioni limitandosi al controllare non il 2% dei dichiaranti ma il 2% degli intermediari attestatori della dichiarazione con effetti sicuri in termini di gettito e contrasto all’elusione.
In terzo luogo, una revisione “light” per tutte le srl (chi chiede il beneficio della limitazione della responsabilità deve pagare qualcosa, è cosi in tutto il mondo civile) o almeno obbligatoria per chi chiede fidi in banca. D’altra parte prima di erogare un mutuo le banche fanno o non fanno fare una perizia a un geometra e/o architetto? Perché non chiedere una revisione da parte di un professionista prima di erogare un affidamento ad una PMI priva di revisore/collegio sindacale? La tutela del risparmio è o no un valore costituzionale da difendere? O continuiamo a far finta di non capire che il problema degli NPL deriva anche da dati non verificati sulle situazioni economiche e bilanci che pervengono al sistema bancario? questo ha un costo? si perdio, ma mai quanto quello pagato da tutto il sistema fino ad oggi.
Infine, riguardo all’ipotesi che il futuro della categoria sarebbe solo nella consulenza gestionale “alta” (e sicuramente in parte lo è) vorrei mestamente aggiungere: a chi?
Le imprese sopra i cinque milioni di fatturato in teoria destinatari di consulenza ad alto valore aggiunto in italia sono poco più di 40.000, molte appartenenti a gruppi, ed escluderei le società dagli 80/100 milioni in su che hanno una propria capacità, semmai, di assumere qualche commercialista per svolgere internamente il lavoro.
Per cui il numero dei soggetti economici potenzialmente destinatari dei servizi si riduce e di molto, senza considerare la concentrazione geografica. Oltre a questo il settore è presidiato dai big della revisione (che stanno scendendo a valle...), banche alla ricerca di nuovi servizi, società di consulting etc etc.
Il pane sarà duro e non per tutti.
Leonardo Rosselli
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Firenze
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41