La CNPR approva il bilancio consuntivo 2018
Utile di 120,4 milioni di euro (al lordo delle poste rettificative), in crescita di oltre 12 milioni rispetto al 2017 (108,1) e un patrimonio investito pari a 2.076,7 milioni di euro, a fronte di una valutazione a mercato di 2.065,9 milioni di euro. Sono alcuni dei numeri del bilancio consuntivo 2018 della Cassa di previdenza dei ragionieri, approvato ieri, a larga maggioranza, dal Comitato dei delegati.
Lo scorso anno l’ente ha registrato 769 nuove iscrizioni, di cui 624 esperti contabili, arrivando ad un totale iscritti di 28.776 soggetti (inclusi i pensionati attivi). Le pensioni erogate, tra dirette e indirette, sono 9.511 a fronte di una stima previsionale di 9.473. Tale incremento, spiega la CNPR nel comunicato stampa diffuso ieri, è fortemente influenzato dalle 145 pensioni in cumulo erogate nel 2018 (122 di vecchiaia, 1 indiretta e 22 pensioni anticipate).
Nonostante il lieve incremento delle prestazioni (0,4% in più rispetto all’esercizio precedente), la spesa previdenziale si è attestata a 232,4 milioni, a fronte di una previsione assestata di 239.7. Il totale delle entrate contributive è stato di 329,7 milioni (incluse le sanzioni e gli interessi per ritardato pagamento), 4,6 milioni in più rispetto alla previsione assestata.
Quanto al rendimento finanziario delle gestioni patrimoniali mobiliari, il risultato è stato di -5,33%, con una flessione più marcata rispetto all’asset allocation strategica che ha chiuso il 2018 a -4,15%. Dal conferimento dei mandati ai gestori selezionati mediante gara europea il rendimento dal 25 giugno 2015 al 31 dicembre scorso è pari a +1,74% contro il rendimento del benchmark dell’AAS che registra da inizio mandato un +2,43%.
Nella nota stampa, l’ente spiega che l’andamento dei mercati mobiliari nell’ultimo trimestre del 2018 è stato un “evento eccezionale”, tanto da far prevedere al legislatore una disposizione nel decreto fiscale, che consente di sterilizzarne la portata a coloro che redigono i bilanci con applicazione dei principi nazionali (art. 20-quater del D.L. n. 119/2018). Tale provvedimento, però, denuncia la CNPR, “ha discriminato i fondi pensione e le Casse di previdenza, non consentendo a questi investitori istituzionali la sua applicazione”.
Ad ogni modo, “la fase straordinaria di mercato si sta oggi ripetendo in senso contrario”. Infatti, nei primi tre mesi del 2019, le gestioni patrimoniali hanno fatto registrare un rendimento finanziario del +6,63%, contro un rendimento del portafoglio benchmark del +7,07%.
Il risultato a consuntivo, fa sapere la Cassa, rispetto al preventivo assestato di novembre 2018, “è influenzato negativamente dalla rettifica dei valori mobiliari iscritti nel circolante”, che ha comportato una svalutazione netta di 35,9 milioni a fronte dei 15 milioni stimati nel preventivo assestato e delle rettifiche dei valori finanziari (40,6 milioni meno 4,7 milioni di rivalutazioni), delle rettifiche dei crediti contributivi e locativi (47,2 milioni), nonché delle immobilizzazioni finanziarie (29,4 milioni).
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