Buoni pasto incompatibili con lo smart working
Nel lavoro agile non vi è la finalità di conciliare, nell’organizzazione del lavoro, le esigenze del servizio con le esigenze del lavoratore
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16135, pubblicata ieri, torna a pronunciarsi in materia di buoni pasto.
Con tale statuizione, che contiene una motivazione piuttosto stringata, i giudici di legittimità hanno ricordato il principio, ormai consolidato in giurisprudenza, secondo cui i buoni pasto rappresentano un’agevolazione di carattere assistenziale collegata al rapporto di lavoro da un nesso meramente occasionale e non costituiscono, pertanto, un elemento della retribuzione. In ragione di questa natura non retributiva, la Suprema Corte, nel caso di specie, ha confermato la decisione dei giudici di merito con cui era stata ritenuta legittima la revoca dei buoni pasto al dipendente per decisione unilaterale del datore di lavoro.
Tale orientamento circa la natura dei buoni pasto ...
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