Sciogliere la società non è abuso di maggioranza
Secondo la Cassazione, ciò vale anche quando il socio di maggioranza è debitore della società
L’esistenza di una posizione debitoria del socio di maggioranza nei confronti della società partecipata non determina, di per sé, il carattere abusivo del proprio voto, ovvero la sussistenza di un conflitto di interessi, rispetto alla decisione di sciogliere la società.
Ad affermarlo è la Cassazione, nella sentenza n. 20625, depositata ieri.
Il caso di specie, in particolare, riguardava una spa “mista” tra un Comune (socio di maggioranza al 51%) e una srl (socia al 49%). Il Comune, che risultava debitore della spa mista per oltre 360.000 euro, a distanza di tre anni dalla costituzione della stessa, non ritenendo raggiunti gli obiettivi di reddito, e non ravvisandone una adeguata economicità di gestione (la spa, anzi, fin da subito aveva registrato perdite), si orientava verso ...
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