Interposizione fittizia per il notaio che fattura alla propria società
L’antieconomicità e l’intestazione delle quote a parenti del notaio fanno propendere per l’elusività
Legittima la contestazione dell’elusione a carico del professionista (nel caso di specie notaio) che acquista servizi per l’esercizio dell’attività da una società a costi gonfiati. L’antieconomicità delle operazioni e l’intestazione delle quote societarie a soggetti legati al notaio da vincoli di parentela fanno propendere per l’elusività dell’operazione, finalizzata esclusivamente ad ottenere un risparmio di imposta.
In questo modo si abbattono i redditi del professionista (soggetto ad aliquota fiscale più elevata) e salgono quelli della società, generando un indebito risparmio d’imposta.
È quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 2083 del 29 gennaio 2021, ha respinto il ricorso di un notaio che era ricorso ad alcuni servizi
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