Codice della crisi e indici di allerta da rinviare
Gentile Redazione,
nei giorni scorsi l’ODCEC di Latina, con tutti gli Ordini provinciali (circa 20.000 professionisti), in vista dell’entrata in vigore del 1° settembre 2021 degli indici di allerta previsti dal Codice della crisi, con obblighi di segnalazione per gli organi societari di controllo e per i creditori pubblici qualificati, ha scritto – al Presidente Draghi, al Ministro della Giustizia e alla Commissione, al Ministro e al Vice Ministro dell’Economia e a tutti i Parlamentari, nazionali ed europei, eletti nel territorio latinense – chiedendo il rinvio dei suindicati indici e la rivisitazione della normativa, previo un maggiore coinvolgimento numerico dei commercialisti nei tavoli tecnici per la riforma.
Del tutto insufficiente è la previsione della L. 69/2021, di conversione del DL n. 41/2021 (c.d. decreto “Sostegni”), che conferma l’efficacia a dopo l’estate degli obblighi di segnalazione “interna” e posticipa – solo di un anno – quelli di segnalazione per l’Amministrazione finanziaria (INPS e Agente della Riscossione). Sembra infatti prevalere la solita logica, miope e dei rinvii dell’ultim’ora (tipica del campo fiscale), che impedisce di avere un adeguato arco temporale – almeno un quinquennio – per programmare qualsivoglia intervento di risanamento, tanto più in piena crisi economica post COVID.
L’iniziativa, nata dalla preoccupazione del negativo impatto di tale normativa soprattutto sulle PMI della Provincia di Latina, è di tale attualità da poter essere replicata, in ciascuna realtà territoriale.
Come noto, molte imprese italiane, soprattutto quelle piccole e medie, (contrariamente a quelle del Nord Europa) hanno spesso struttura finanziaria abbastanza squilibrata, magari con esposizioni non sempre omogenee rispetto agli impieghi, o anche caratterizzate da tardività negli adempimenti fiscali che, seppure anomala, è divenuta modalità di autofinanziamento abbastanza frequente, per reperire liquidità per pagare stipendi, utenze e fornitori.
In tale contesto, gli introdotti indici, senza adeguate previsioni di sostegno, rischiano di rendere patologica la situazione, addirittura accelerando l’insolvenza e l’assoggettamento diffuso a procedure concorsuali, generate proprio dalle “nuove segnalazioni”, che prevediamo numerose, dell’Amministrazione finanziaria e degli organi di controllo, per la preoccupazione di evitare danni erariali e/o eventuali responsabilità proprie.
Di conseguenza, la norma – peraltro masochisticamente irrigidita dal nostro legislatore rispetto alla Direttiva Eu “Insolvency 20” – avente l’originaria finalità di prevenire l’insolvenza con preventivi interventi di risanamento, rischia di trasformarsi nella primaria causa di estinzione delle imprese italiane in generale e di quelle della provincia di Latina in particolare.
Il tutto in piena crisi economica da COVID che, tranne in pochissimi settori e per aziende di grandi dimensioni e/o della large-scale distribution, generalmente ha quasi azzerato i ricavi, causato perdite e indebitamento, anche rispetto al fisco.
Inoltre, come noto, ristrutturare o risanare necessita di nuovi capitali che le imprese in difficoltà sempre più difficilmente otterranno dalle banche, con esposizione al rischio che “terzi” soci/finanziatori potrebbero essere operatori stranieri, interessati ad acquisire il controllo delle aziende italiane in una logica utilitaristica e di supremazia a discapito del nostro tessuto economico imprenditoriale, ovvero che nuovi soci “benefattori” siano in realtà emissari della criminalità che, per reinvestire profitti illeciti, andrebbero a controllare aziende ormai “piegate” dal contesto congiunturale post pandemia.
In ogni caso, i suindicati pericoli, potrebbero essere scongiurati consentendo alle imprese di rimodulare il proprio assetto sulla base di una programmazione di lungo periodo, accompagnata da politiche fiscali, agevolazioni finanziarie e incentivi sul lavoro, oggi del tutto inadeguati, e di certo con una prospettiva temporale ben più ampia di quella prevista dalla norma in esame.
Pertanto, abbiamo chiesto:
- il rinvio di almeno 5 anni per l’entrata in vigore della totalità del DLgs n.14/2019 (Codice della crisi e indici), per consentire una vera progettualità di impresa, di certo preclusa dai potenzialmente deflagranti meccanismi di allerta e da estemporanei rinvii a breve e/o parziali, come sino ad oggi adottati;
- la rivisitazione complessiva della normativa in parola, con un’impostazione maggiormente connessa alle effettive esigenze imprenditoriali, a tal fine aumentando la presenza numerica al “tavolo della riforma” di esponenti della piccola-media impresa, delle partite IVA, dei commercialisti e delle altre professioni economico-giuridiche, cioè di coloro che rischiano in proprio o prestano assistenza-consulenza, ogni giorno, confrontandosi sul campo con le problematiche gestionali aziendali e con tutti gli aspetti correlati, incluso fare fronte alle esigenze di liquidità, aggravate anche dalla ormai esorbitante pressione fiscale.
Efrem Romagnoli
Presidente ODCEC di Latina
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