Locali sfitti assoggettati alla TARI anche se non si producono rifiuti
Sono ancora pochi i Comuni che adottano un sistema puntuale di determinazione della tassa rifiuti fondato sul principio comunitario «chi inquina paga»
Dopo vari lustri di applicazione della “tassa sui rifiuti”, nella sua evoluzione dalla storica TARSU all’attuale TARI, passando dalla TIA1, TIA2 e TARES, non è concepibile che il nostro legislatore non abbia ancora avvertito la necessità di realizzare concretamente un sistema di “misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico” valevole sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche.
Per il “peso” fiscale che la “tassa sui rifiuti” ha assunto negli ultimi anni, percepita comunque da oltre un ventennio come una vera e propria “imposta” sul possesso, occupazione o detenzione di locali o di aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani, si tratterebbe di riequilibrare una disciplina
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