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LETTERE

Troppo breve la consultazione sul nuovo codice deontologico

Mercoledì, 13 marzo 2024

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Caro Direttore,
abbiamo seguito gli interventi relativi alla bozza del nuovo codice deontologico e il dibattito tra il Presidente del CNDCEC e il past President Claudio Siciliotti.

La chiusura della consultazione pubblica, avvenuta domenica 10 marzo dopo soli quattordici giorni di calendario, non rappresenta solo una scelta discutibile da un punto di vista tecnico, ma si configura anche come un palese disprezzo verso l’opinione dei Colleghi e dei Consigli degli Ordini.

Tale fretta sembra denotare la volontà di evitare un vero dibattito, relegando un momento cruciale a mera formalità.
Non possiamo tacere di fronte alla sottovalutazione dell’importanza del confronto aperto e della critica costruttiva. È paradossale che, in un contesto che richiederebbe diligenza e considerazione, la gestione del Presidente del CNDCEC appaia orientata a minimizzare la partecipazione attiva dei professionisti, attraverso la chiusura affrettata e superficiale della questione.

L’avvio di un dibattito libero e informato, arricchito anche dal contributo di Claudio Siciliotti, risponde a un’esigenza di trasparenza e coinvolgimento che non può essere etichettata come “populismo social”. Ridurre una critica, formulata in termini autorevoli e pacati, a una “becera strumentalizzazione politica”, è una strategia che non solo offende l’intelligenza della categoria, ma ignora anche la legittimità e la necessità del dissenso all’interno di una comunità professionale matura.

Inoltre, il riferimento a presunte “battaglie di retroguardia” appare fuori luogo quando si discute della difesa di principi fondamentali per la nostra professione. Queste non sono reliquie del passato, ma questioni vive che richiedono attenzione costante a tutela degli iscritti e dell’integrità della professione.

L’invito a celebrare i successi ottenuti, sebbene meritevole, non dovrebbe sottendere a oscurare i reali problemi quotidiani dei Colleghi, né può giustificare il tentativo di polarizzare l’opinione pubblica su questioni di vitale importanza.
L’impazienza con cui si cerca di archiviare il dibattito sul codice deontologico solleva serie preoccupazioni, suggerendo che dietro l’urgenza di procedere velocemente si celino motivazioni ben distanti dal desiderio di partecipazione, sempre richiamato dal Presidente nazionale.
Così come suscita forti perplessità il precipitarsi nell’operazione di revisione dell’Ordinamento della Professione, un’operazione che dovrebbe essere guidata da riflessione approfondita e partecipazione estesa.

Quanto sta accadendo è quanto di più lontano dall’implementazione di un percorso partecipato volto all’analisi congiunta (Consiglio Nazionale, Ordini locali, Associazioni e Colleghi) delle problematiche derivate dall’applicazione del DLgs. 139/2005, volto ad individuare gli elementi da sottoporre a modifica, ovvero le integrazioni da effettuare. Impegno, ricordiamo, che l’allora Presidente dell’Ordine di Bari assunse con ogni singolo Collega quando si proponeva alla carica di Presidente Nazionale.

Il percorso intrapreso sottolinea, al contrario, una gestione che privilegia la fretta a scapito del confronto e della condivisione democratica.
Ci auguriamo che queste riflessioni trovino spazio e considerazione, per il bene della nostra professione e della sua integrità futura.


Marco Cuchel
Presidente Associazione Nazionale Commercialisti

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