Il «credito welfare» non utilizzato non è convertibile in denaro
Secondo l’Agenzia delle Entrate può essere però utilizzato l’anno successivo, nel rispetto del piano welfare
Nel caso di riconoscimento di un piano di welfare aziendale, una questione che si pone riguarda la possibilità di integrare in denaro la quota di prestazioni da welfare eventualmente non fruita dal dipendente (c.d. credito welfare residuo), senza compromettere la non imponibilità delle erogazioni da welfare.
In relazione all’ambito di operatività dell’art. 51 comma 2 lett. f) del TUIR, l’Agenzia delle Entrate in più occasioni ha precisato che affinché si determini l’esclusione dalla formazione del reddito di lavoro dipendente, devono ricorrere congiuntamente, tra l’altro, le seguenti condizioni (cfr. risposta a interpello Agenzia delle Entrate 25 gennaio 2019 n. 10):
- le opere e i servizi devono essere messi a disposizione della generalità dei dipendenti o di categorie ...
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