Cooperazione tra Entrate e GdF sull’adempimento collaborativo
L’Agenzia continua a costituire l’interlocutore unico nell’ambito del regime, fermo restando i poteri istruttori della Guardia di Finanza
Uno dei benefici derivanti dall’ingresso nel regime di adempimento collaborativo è quello di assicurarsi, in sostanza, l’esclusione dall’attività di controllo “tradizionale”.
Il Codice di condotta, approvato con il decreto 29 aprile 2024, sul punto, prevede che l’Agenzia delle Entrate pianifichi le proprie attività di controllo secondo criteri di proporzionalità e che frequenza e intensità della stessa sia determinata sulla base del rischio fiscale inerente, inteso come il rischio che il contribuente operi in violazione di norme di natura tributaria ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario, valutato anche sulla base del comportamento complessivamente tenuto dallo stesso nel corso della procedura” (§ 1.6).
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