Agenzia pronta a sanzionare gli Uffici per uso improprio dell’IA
L’UNCAT denuncia atti di accertamento «allucinati». Il caso si smonta, ma dalle Entrate annunciano indagini sulle proprie strutture
L’Agenzia delle Entrate è pronta a sanzionare i suoi funzionari nel caso di utilizzo, anche per un solo atto, dei sistemi di intelligenza artificiale in violazione delle prescrizioni contenute nella policy interna emanata lo scorso 23 ottobre. Ad affermarlo è la stessa Agenzia con un comunicato stampa, diffuso ieri nell’ambito di un botta e risposta con l’UNCAT (Unione nazionale delle camere degli avvocati tributaristi) proprio in merito all’“uso improprio” dell’intelligenza artificiale da parte degli Uffici periferici del Fisco.
In un primo comunicato, gli avvocati tributaristi denunciavano la citazione nelle motivazioni di alcuni atti di accertamento di sentenze tributarie e circolari inesistenti. Parte così la richiesta alle autorità preposte (MEF e Agenzia delle Entrate) per capire se tali atti “allucinati” fossero il frutto dell’utilizzo di sistemi progettati all’interno dell’Amministrazione finanziaria o se si trattasse di “utilizzi personali” da parte di funzionari dell’Agenzia. In entrambi i casi, scrive l’UNCAT, si tratterebbe di circostante “gravi, che sollecitano specifiche attività di governance e vigilanza atte ad evitare l’avverarsi di altre ipotesi”.
Nel giro di un paio d’ore arriva la risposta dell’Agenzia che, sempre con una nota stampa, spiega di aver “prontamente preso contatti con l’UNCAT al fine di verificare la fondatezza di quanto riportato ed eventualmente intervenire presso le proprie strutture operative”. In base a quanto riferito, “si tratterebbe di un unico atto di accertamento. L’associazione, tuttavia, non ha saputo fornire ulteriori elementi che consentissero all’Agenzia un pronto riscontro di quanto segnalato”. In un ulteriore comunicato stampa, l’UNCAT spiega di non aver potuto fornire ulteriori elementi a causa del “doveroso segreto professionale a cui sono tenuti tutti gli avvocati e della necessità di operare nel rispetto delle prerogative difensive e della riservatezza dei contribuenti assistiti”.
Non è stato possibile, dunque, risalire all’atto specifico a cui faceva riferimento il primo comunicato dell’associazione, ma è chiaro che il tema, al netto del caso specifico, è sentito. Per questo, “l’Agenzia – continua la sua nota stampa – ha in ogni caso avviato immediatamente un approfondimento che sta coinvolgendo tutte le strutture territoriali per verificare il rispetto delle prescrizioni contenute nella policy interna per l’utilizzo di soluzioni di intelligenza artificiale di tipo generativo, emanata lo scorso 23 ottobre. Qualora fossero effettivamente riscontrate violazioni, l’Agenzia provvederà ad adottare azioni disciplinari verso i responsabili, anche nel caso in cui dovessero riguardare un singolo atto”.
Un passaggio, quest’ultimo, che sembra segnare un cambio di passo, quantomeno comunicativo, da parte delle Entrate, sulla scorta dell’indirizzo impresso dal Direttore Vincenzo Carbone, che non perde occasione pubblica (l’ultima volta al webinar della settimana scorsa organizzato con il CNDCEC) per ribadire che l’Agenzia “ha senso di esistere solo se offre servizi”, che “non è la controparte” di contribuenti e professionisti e che “le reciproche diffidenze devono essere superate”.
Da sempre, il problema che denunciano i professionisti è legato ai rapporti con gli Uffici periferici, che spesso non sembrano capaci di farsi interpreti di quello spirito di collaborazione che viene professato a livello di vertice. Il passaggio sull’adozione di sanzioni disciplinari sembra essere un messaggio anche per loro, rispetto a un tema delicato, e che andrà necessariamente governato, come quello dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nello svolgimento dell’attività di accertamento.
Così come sembra indirizzato agli Uffici il monito (certamente scritto anche per tranquillizzare contribuenti e professionisti) che chiude il comunicato stampa, con cui si “ribadisce con fermezza che i sistemi di IA di tipo generativo non devono essere mai impiegati per la produzione diretta di atti amministrativi relativi all’attività istituzionale, anche di natura negoziale e della gestione delle controversie, sia in sede giudiziale che extragiudiziale, nonché in fase endoprocedimentale”.
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