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LETTERE

La tassazione sul patrimonio aiuta la mobilità sociale

Mercoledì, 29 dicembre 2010

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Caro Direttore,
vorrei inserirmi nell’interessante dibattito sulla tassazione delle rendite finanziarie e dei patrimoni.

Riguardo le rendite finanziarie, le argomentazioni del collega D’imperio (si veda “Non è giusto tassare i patrimoni” del 23 dicembre 2010) non mi appaiono condivisibili. Quanto meno tali redditi dovrebbero essere tassati con le stesse aliquote degli altri: perché privilegiarli? Il frutto dell’impiego del denaro deve godere di migliori condizioni rispetto al frutto del lavoro o delle capacità imprenditoriali/professionali di ciascuno?
L’asserzione che si tratti di risparmi già tassati è inconferente, perché non si tratta di tassare nuovamente gli stessi frutti ma evidentemente i “frutti dei frutti”; con ciò tacendo che, non raramente, le fortune accumulate sono semplicemente lasciti ereditari, oppure il risultato di evasione fiscale continuata, o peggio di attività del tutto illegali.

Riguardo la tassazione patrimoniale, è innegabile che il patrimonio, piccolo o grande che sia, rappresenta una manifestazione di capacità contributiva e come tale possibile oggetto di imposizione.
Andare verso una tassazione anche patrimoniale è eminentemente scelta di carattere politico e quindi legata agli obiettivi che ciascuno dà alla tassazione, oltre all’ovvia copertura della spesa pubblica.

Uno stato liberale (e non aggiungo aggettivi che mi sarebbero personalmente cari, come equo e solidale) dovrebbe promuovere l’imprenditorialità, il merito, la mobilità sociale, la garanzia di pari condizioni di partenza per tutti, come forze di sviluppo dell’intera comunità: bene, se questi sono gli obiettivi, la tassazione dei patrimoni (e delle rendite) è certamente un elemento che riduce il vantaggio di coloro già in posizione apicale nel contesto sociale e oltretutto oggi favoriti da un ridotto prelievo sulla loro ricchezza e sui frutti della stessa, con il risultato di consolidarne ulteriormente lo status.

Non sono in grado di citare dati, ma è innegabile che negli ultimi venti anni è proprio questo che è successo.
Tra l’altro, la tassazione patrimoniale ha il pregio fondamentale di portare con sé un minore tasso di evasione, in quanto il patrimonio risulta più facilmente controllabile del reddito.

Tutto ciò non mi sembra un “facile ideologismo”.
Giulio Andreotti affermava che quando non è possibile rinvenire il contrario di un’affermazione, allora si è di fronte a una facile demagogia: c’è qualcuno che può affermare che non sia fondamentale il contenimento della spesa pubblica o la lotta selettiva al sommerso?

Una parola sulla posizione ufficiale del CNDCEC: personalmente ritengo che su questo argomento, come su altri squisitamente politici e non tecnici, il CNDCEC dovrebbe astenersi dal prendere qualsiasi posizione.


Roberto Longo
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma


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