Contribuenti e Fisco devono giocare la stessa partita, con regole certe
Caro Direttore,
da professionista esperto per una lunga militanza nelle attività squisitamente tributarie, assisto attonito alla polemica che si è levata in questi giorni in materia di rapporti tra Agenzia e categoria professionale, con l’accusa, neppure tanto velata, di essere quantomeno i difensori, se non i complici degli evasori.
Certamente una delle funzioni del Dottore Commercialista è quella di difendere il contribuente davanti agli organi della giustizia tributaria, e il fatto che almeno la metà dei procedimenti si concluda con la vittoria della parte privata dimostra come tale attività sia necessaria e certamente non pretestuosa.
Forse si dovrebbe ricordare che l’art. 24 della Carta Costituzionale afferma come il diritto alla difesa, per far valere interessi legittimi, sia un diritto inviolabile. La storia fiscale insegna che è stata la battaglia avanti le Commissioni Tributarie che ha portato all’abolizione dell’ILOR sui redditi di lavoro autonomo, e ora la stessa strada viene percorsa con i vari mezzi (ripetizione del tributo indebitamente versato, opposizione al ruolo ecc.) per quanto riguarda l’IRAP.
È la normale, legittima opposizione di chi cerca di corrispondere solo i tributi dovuti, così come è la normale, legittima difesa suggerire al contribuente i comportamenti legittimi più convenienti.
Sembra invece di avvertire nelle parole del direttore dell’Agenzia una sorta di “lesa maestà” o un’inattaccabile presunzione di perfezione di tutto l’operato della stessa Agenzia, e quindi ogni contestazione a quanto decretato appare “oltraggiosa”.
Non viene considerata oltraggiosa, invece, la disparità tra l’obbligo di versare ad horas i tributi richiesti, anche se in via provvisoria, e le lungaggini che si misurano a lustri per ottenere il rimborso dovuto, specialmente se deriva da sentenza.
Forse sarebbe più produttivo accettare di considerare entrambi, contribuenti e Agenzia, parti di una partita che deve essere giocata con regole certe e non adattabili al capriccio del Signore; altrimenti sembra la partita a croquet della Regina in Alice nel paese delle Meraviglie, con gli archetti che si spostavano per far vincere il sovrano.
Alberto Arrigoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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