Sprechi della politica e costi del settore pubblico incidono più dell’evasione
Gentile redazione,
ho letto con piacere dell’iniziativa pubblicitaria dell’Agenzia delle Entrate riguardo la questione degli evasori (si veda “Evasori come «parassiti della società»: al via la campagna pubblicitaria” del 9 agosto 2011) e credo sia giusto definirli “parassiti”.
Detto questo, mi chiedo: ma come dovremmo chiamare tutti coloro che usufruiscono di benefit quali auto blu (vedi Regione Sicilia: 155 auto e non solo), pensioni baby con neppure 20 anni di contribuzione (vedi sempre Regione Sicilia), pensioni esorbitanti da 31.000 euro al mese (vedi Amato e non solo), cittadini delle Regioni a Statuto speciale che ricevono dallo Stato dieci volte tanto le Regioni “normali” e che, quando ci permettiamo di andare nelle loro città, ci guardano dall’alto in basso e scrivono informazioni stradali e di altro genere prima nella lingua straniera (tedesco o francese) e poi in italiano, come se tutto ciò di cui dispongono non provenisse dalle tasche degli italiani “normali” che pagano regolarmente le imposte allo Stato? E l’elenco potrebbe proseguire all’infinito.
Credo sarebbe il caso di dare molto più risalto agli sprechi dei politici e ai costi esorbitanti del settore pubblico che i politici incentivano per mantenere il loro consenso e che sicuramente incide molto di più dell’evasione che, quando praticata da lavoratori autonomi, commercianti, artigiani, ecc., senza escludere i lavoratori del pubblico impiego, che spesso hanno il doppio o triplo lavoro, rappresenta più un’autodifesa che non una vera e propria evasione.
Dante Manzi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pisa
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