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Domenica, 8 giugno 2025

OPINIONI

Otto proposte per aumentare il gettito

Si potrebbero limitare la agevolazioni in agricoltura o prevedere in UNICO un rigo in cui indicare un reddito «da redditometro»

/ Giuseppe REBECCA

Mercoledì, 24 agosto 2011

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Il Governo appare confuso su tempi e modi di intervento per aumentare le entrate (le uscite parrebbero difficilmente comprimibili, al momento). Sono state sollecitate proposte alternative. Ne suggeriamo alcune:

- limitare le agevolazioni in agricoltura: si potrebbe porre un limite massimo di fatturato per la tassazione delle aziende agricole in base al reddito agrario. L’utilizzo che talvolta oggi si fa di questa agevolazione appare infatti improprio. Per esempio, molte tra le più importanti cantine vitivinicole italiane vendono a prezzi elevati, ovviamente vini di qualità, senza legittimamente pagare le imposte. Se poi le vendite le fa una impresa commerciale collegata alla stessa proprietà, basterà un attento dosaggio dei prezzi di trasferimento e di imposte non se ne parla. L’agevolazione per gli agricoltori è un retaggio del passato; se si decide di mantenerla, è opportuno porre un tetto massimo, ad esempio, 100.000 euro di fatturato, per società e aziende individuali. Oltre, si pagano le imposte normali, come tutti.

- redditometro: perché non prevedere, nel modello UNICO, un rigo ove dichiarare un reddito “da redditometro”, senza particolari specificazioni? Oggi, chi volesse ravvedersi, non sa proprio dove dichiarare un reddito senza una sua natura specifica. Che male farebbe, a dichiarare? Paga le imposte, e, almeno fino a un certo limite, è coperto. Si farebbe un po’ come le percentuali per gli studi di settore, ove è previsto l’adeguamento. Si pensi a un contribuente che, in base al cosiddetto redditometro risultasse avere un reddito inadeguato: l’accertamento sarebbe sicuro. Se volesse evitarlo, perché non consentirgli di pagare su un reddito generico?

- detrazioni al 10%: si potrebbe allargare la deducibilità o la detrazione degli oneri per le persone fisiche, peraltro limitandola al 10% o al 20%. Ci sarebbe più interesse a richiedere le fatture per prestazioni/acquisti deducibili; il procedimento parrebbe virtuoso. Si tratterà di valutare le tipologie di interventi (manutenzioni varie, lavori, spese per matrimonio, acquisto mobili, ecc.).

- pagamento in anticipo delle imposte: lo si potrebbe consentire, concedendo uno sconto pari al tasso dei BOT o dei BTP. I contribuenti potrebbero scegliere se investire le loro risorse nei titoli di debito dello Stato oppure in imposte anticipate; nel corso degli anni, poi, attingerebbero dal “tesoretto” personale. Il tutto potrebbe essere incentivato con uno sconto dell’1%. Il provvedimento è stato adottato in Belgio già 20 anni fa, ma non ne conoscevano l’esito.

- lease back: mediante tale operazione, sempre più frequente nel mondo delle imprese, si cede un bene a una società di leasing, con la quale si stipula poi un contratto. Si potrebbe rendere fiscalmente neutrale il sale and lease back, oppure far pagare su una plus ridotta. Oggi la plus, da un punto di vista fiscale, è tassata subito o al massimo in 5 anni: renderla neutra, o tassabile solo in parte o comunque per un periodo più lungo, agevolerebbe le imprese sotto l’aspetto finanziario, senza danni per il sistema.

- tassa sulla giustizia: la giustizia è oggi l’unico servizio pubblico essenzialmente gratuito per tutti; c’è il contributo unificato, ma è poca cosa raffrontata al mero costo del processo, enorme. Si paga per la salute, perché allora non pagare per la giustizia? Per i non abbienti, esoneri come per il ticket sanitario.

- altre materie imponibili: invece di tassare sempre i soliti, quelli che dichiarano, l’innalzamento di un punto dell’aliquota IVA (da 9 a 6 milioni di euro l’anno di maggiori incassi; le stime sono un po’ aleatorie e in questi tre mesi si sono ridotte) potrebbe portare a una contrazione dei consumi generalizzata. In tal modo, si potrebbe pensare a nuove imposizioni. Si potrebbe applicare una tassa su internet e sulle comunicazioni: su ogni accesso o comunicazione, un importo ridottissimo. Si potrebbero finalmente colpire il settore pornografico, idea da tempo avanzata senza successo, e la pubblicità, anche questo tema da tempo proposto, ma inutilmente. La pubblicità fastidiosa, ci prende del tempo, sarebbe giusto che ci si facesse pagare per il disturbo. I giornali e le TV avrebbero un calo, ma ci sarebbe un po’ di tranquillità in più. Si potrebbero, inoltre, tassare i trasporti, di persone e cose, favorendo il Km zero. I trasporti inquinano e necessitano di investimenti elevati, per le infrastrutture.

- beni ecclesiastici: da più parti si invita a riconsiderare il trattamento riservato ai beni della Chiesa. La questione riguarda l’esenzione ICI, la partecipazione della Chiesa ai contributi dei Comuni (dal 7% al 9%) previsti dalla c.d. “Legge Bucalossi”, la parziale esenzione IRES per le attività commerciali e i contributi alle scuole cattoliche.

Chissà cosa ci riserverà il prossimo futuro, in materia di manovre fiscali. Imprese e lavoratori, tutti, hanno bisogno, oltre che di una riduzione delle imposte, al momento non realizzabile, di semplificazione e soprattutto rispetto, che si possono attuare subito. Quanto alla lotta all’evasione, si è iniziato a far qualcosa, ma forse soprattutto con i contribuenti più piccoli. Al momento non contiamo troppo sulla necessaria riduzione della spesa pubblica e degli sprechi e, ancora meno, su un gesto di apertura da parte dei parlamentari, con l’autoriduzione dei compensi.

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