ACCEDI
Sabato, 21 giugno 2025 - Aggiornato alle 6.00

FISCO

Dichiarazioni d’intento false, l’IVA è dovuta dal cedente

La sentenza della Suprema Corte riguarda il cedente che riceve le false dichiarazioni d’intento dalla «cartiera»

/ Alessandro BORGOGLIO

Martedì, 15 novembre 2011

x
STAMPA

download PDF download PDF

Il soggetto che, sulla base di dichiarazioni d’intento false prodotte dall’acquirente, emette fattura in regime di non imponibilità, è tenuto a versare la relativa IVA, con sanzioni e interessi, se l’Amministrazione finanziaria, contestandogli la mancata applicazione dell’imposta, allega elementi diretti a provare il suo coinvolgimento nella frode posta in essere dall’acquirente. È quanto si desume dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 23610 dell’11 novembre 2011.

Il meccanismo frodatorio oggetto della sentenza è ormai noto e, purtroppo, ancora diffuso: generalmente, una società “cartiera” emette delle dichiarazioni, con le quali richiede al proprio fornitore (cedente) di emettere fatture nei suoi confronti senza applicazione dell’IVA, ...

CONTENUTO RISERVATO AGLI ABBONATI

ABBONANDOTI POTRAI AVERE UN ACCESSO
ILLIMITATO A TUTTI GLI ARTICOLI
ACCEDI

Non sei ancora un utente abbonato
e vuoi saperne di più?

TORNA SU