Ordini italiani e associazioni anglosassoni, la differenza è nel «vestito»
Lo studio realizzato da Fabio Battaglia dimostra come non ci siano differenze sostanziali, ma solo una cultura giuridica diversa
Confutare la tesi che, negli altri Paesi sviluppati, le professioni funzionino perché non esistono gli Ordini e che questi non siano altro che caste intente a tutelare i propri diritti; ma anche l’idea che l’abolizione delle tariffe minime e l’introduzione della pubblicità possano rappresentare un problema nel mercato delle prestazioni professionali. Era questo l’obiettivo dello studio comparato sulle professioni in Italia, Germania, Francia, Inghilterra e Stati Uniti, presentato al Forum dei Giovani Professionisti (si veda “La riforma delle professioni e l’importanza del rapporto fiduciario” del 3 dicembre scorso). Uno studio realizzato da Fabio Battaglia, membro dell’Unione Giovani di Arezzo, che, nel presentarlo, parte proprio da tariffe e
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