I costi di «buona entrata» sono deducibili
Secondo la Cassazione, è verificato il principio di inerenza e i costi non sono configurabili come liberalità
I costi sostenuti da un’impresa automobilistica per un programma di sostegno iniziale a nuovi concessionari acquisiti alla rete di vendita sono deducibili dal reddito d’impresa, in quanto inerenti. Ad affermarlo è la sentenza della Corte di Cassazione n. 4497 di ieri, 22 febbraio 2013.
Nel caso di specie, la società automobilistica aveva, quale strategia imprenditoriale, erogato contributi a fondo perduto (una sorta di “buona entrata”) a concessionari, appartenenti a reti di vendita concorrenti, che convenivano di entrare nella sua rete distributiva.
L’Agenzia delle Entrate aveva ripreso a tassazione i predetti costi, ritenendoli non inerenti. Nel dettaglio, secondo l’Ufficio, gli oneri dovevano essere considerati come mere erogazioni liberali, indeducibili ...
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