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OPINIONI

Professione e ricerca medica hanno un obiettivo comune: il benessere della società

Entrambi i mondi lavorano per il progresso, per migliorare il benessere della società e le condizioni esistenziali di ciascuno

Lunedì, 11 marzo 2013

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Pubblichiamo l’intervento di Umberto Veronesi.

Inizia oggi la collaborazione tra Eutekne e la Fondazione Umberto Veronesi. La Fondazione Veronesi ha lo scopo di supportare la ricerca scientifica sostenendo giovani ricercatori attraverso borse di ricerca.

Mi sento molto onorato per l’invito a scrivere un articolo per il quotidiano del gruppo di studio Eutekne, espressione di un Ordine professionale di grande rilievo come quello dei commercialisti. E nel ringraziare per l’invito mi sento un po’ disorientato, perché mi chiedo: che cosa posso dire a professionisti dediti principalmente ai numeri, ai conti, alle partite di dare e avere, uno che vive da sempre nel mondo della ricerca medica? E invece un punto d’incontro esiste tra i nostri due mondi: entrambi lavoriamo per il progresso, per far avanzare lo stato di benessere della società, per migliorare le condizioni esistenziali di ciascuno. Per questo, sono certo che alcuni pensieri che vorrei qui esprimere saranno ben compresi.

Consideriamo il mondo della ricerca medica. La stessa medicina è stata attraversata in questi ultimi anni da una rivoluzione epocale grazie alla conoscenza del genoma umano, il mitico DNA, e allo sviluppo delle tecniche di imaging per cui oggi riusciamo a vedere l’infinitesimamente piccolo nel corpo umano. Si può dire che la medicina prima era principalmente curativa, mentre ora è diventata predittiva. Prima si curava il paziente quando la malattia era già presente nell’organismo e mostrava tutti i suoi sintomi; ora si va a cercare nel genoma del paziente sano i segnali, se esistono, che preannunciano la probabile malattia e si impedisce che essa si manifesti e si diffonda.

Questa rivoluzione è appena cominciata, per alcune malattie è già realtà. Ad esempio, per il tumore la medicina è già entrata nella dimensione della molecola, cioè si studia la molecola per risalire all’origine del processo e del meccanismo per cui una cellula, da sana, si trasforma in malata. Il cammino, tuttavia, si preannuncia ancora lungo ed ecco perché non mi stanco di ripetere che prevenire è meglio che curare, che sarà anche un’ovvietà, ma rimane ancora vero.

La prevenzione passa attraverso un sano stile di vita

La prevenzione, in poche parole, non è difficile, non costa niente. Si tratta di seguire alcuni principi che ritengo utile ripetere. Il primo è adottare una sana alimentazione, che per noi italiani, depositari della dieta riconosciuta scientificamente come la più salutare, cioè quella mediterranea, non dovrebbe essere difficile. Secondo, non fumare perché la sigaretta è la causa di molte malattie, sia cardiovascolari sia tumorali. Fare un po’ di sport, o attività fisica, che può consistere nella camminata per andare al lavoro o fare le scale a piedi (io non prendo mai l’ascensore e abito ai piani alti). Insomma, si tratta di seguire alcuni stili di vita e questo è anche quanto la Fondazione Veronesi da anni va diffondendo, perché tra gli impegni che abbiamo assunto ci sono la corretta informazione e l’educazione alla salute.

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