Costi «soggettivamente inesistenti» deducibili se effettivi e di competenza
Per la Cassazione vale la sussistenza dei requisiti richiesti dal TUIR ai fini della deducibilità, anche se nel quadro di una «frode carosello»
I costi afferenti a fatture per operazioni soggettivamente inesistenti sono deducibili dal reddito a condizione che risultino integrati i requisiti ordinariamente previsti dal TUIR per la deduzione dei componenti negativi di reddito, quali l’effettività, l’inerenza, la competenza, la certezza e la determinatezza. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23314 di ieri.
Il caso esaminato dai giudici è quello tipico di una frode carosello, peraltro in un settore molto a rischio come quello del commercio di metalli e rottami. La srl accertata aveva utilizzato delle fatture d’acquisto emesse da una “cartiera”, che di fatto risultava interposta rispetto al vero cedente. Il Fisco, quindi, recuperava a tassazione gli importi afferenti a detti fatture, ritenendo
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