IVA dovuta dal cedente se la dichiarazione d’intento è falsa
Per una posizione di derivazione comunitaria non può essere riconosciuta l’esenzione IVA se i beni non sono stati effettivamente esportati
Il cedente è tenuto al versamento dell’IVA sulle operazioni effettuate senza applicazione d’imposta in forza di dichiarazioni d’intento rivelatesi poi ideologicamente false, salvo che dimostri di aver adottato tutte le cautele proprie di un operatore onesto e mediamente accorto per poter escludere che le operazioni lo potessero rendere partecipe di una frode IVA. È quanto ribadito dalla Corte di Cassazione, con la pronuncia n. 4593 di ieri.
Dai fatti di causa emerge – ancora una volta – un giro di cartiere nel settore del commercio di automobili finalizzato all’evasione dell’IVA, da cui deriva sempre, peraltro, anche un’alterazione delle dinamiche di mercato, atteso che taluni rivenditori riescono, con tale evasione, ad applicare prezzi di vendita inferiori ...
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