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LETTERE

Agli occhi della P.A., la nostra professione non vale nulla

Venerdì, 22 luglio 2016

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Gentile Redazione,
lo scrivo di getto, lo scrivo perché sono esausto. Mi sono posto una domanda: quanto vale la nostra professione agli occhi della Pubblica Amministrazione? Seriamente, quanto vale?
NIENTE.

Siamo costretti ad interfacciarci con centellinatori di verità supposte, con esperti di guide interpretative; ci interfacciamo con gente maleducata, con gente che ha fretta perché deve andare a prendere il caffè o deve fumare la sigaretta con il collega; ci interfacciamo con gente che se ne frega dei nostri quesiti, non accorgendosi che sono anche i loro problemi; gente che sbatte il telefono in faccia, gente che non risponde a email, a PEC, a fax; ci interfacciamo con una Pubblica Amministrazione che risponde al telefono solo la mattina, gente che ti lascia appesa al telefono mezz’ora per poi dirti che non se ne occupa mentre se la chiacchiera con il collega del fine settimana, gente che ascolta perché si è obbligati a spiegargli il quesito per poi dirti che chi se ne occupa è in ferie da una settimana e che forse tornerà domani. Quante volte alle 09.00 del mattino, ci viene detto “è appena uscito... lo trova domani…”. Chi trovo domani? Domani? Cosa vuol dire DOMANI? C’è sempre qualcuno che tornerà DOMANI. Perché oggi non c’è, non c’è. Però i nostri F24 devono partire OGGI, devono partire adesso, la nostra SCIA deve essere fatta oggi. NON SONO NOSTRI, sono dei contribuenti, è dello Stato italiano.

VOLETE CHE PARTA TUTTO DOMANI?

La misura è davvero colma.
Se i nostri rappresentanti non sono in grado di rappresentarci per quello che siamo, per quello che abbiamo faticato ad ottenere, per l’impegno e le privazioni, per le domeniche passate in ufficio, per interi anni passati ad inviare moduli, comunicazioni, revoche, registrazioni, carte di identità, deleghe, PIN, dichiarazioni, e poi ancora moduli, richieste di chiarimenti ed istanze, ad aspettare risposte che non arriveranno, ad aggiornare software, a collegarsi ed a disconnettersi… beh allora si facciano da parte.

Abbiamo in mano i destini finanziari del nostro Paese e non ce ne rendiamo conto, ci voltano le spalle e continuiamo a ringraziare per averci dato ascolto, oppure PARLANO E NON ASCOLTANO, ci sbattono le porte in faccia e chiediamo informazioni ad un altro sportello, sperando di trovare una persona più gentile, che quanto meno ci saluti al termine della chiamata o della chiacchierata. Ci parlano come fossimo degli accattoni intellettuali, chiediamo informazioni e loro si sentono giudici di non si sa che cosa, ci spillano tempo.

Il solo pensare che ogni singola Camera di Commercio d’Italia interpreta il dettato legislativo secondo le proprie visioni ed i propri ragionamenti, mi chiedo: a cosa serve la legge nazionale? È diventata una Direttiva e non ce ne siamo accorti?
Abbiamo singoli ed autonomi Stati all’interno dello Stato Italiano?

Il solo pensare che la NOSTRA FIRMA DIGITALE, attraverso la CNS ufficiale dei commercialisti, per alcuni Comuni (anche qui perché solo alcuni Comuni non si capisce) NON È ACCETTATA, ti fa chiedere: cosa rappresentiamo per la Pubblica Amministrazione e per i nostri clienti?

Dovremmo interpretare in completa autonomia il dettato legislativo perché dovremmo essere diretti da una fonte interpretativa che ha forza perché rappresenta il Paese, dovremmo essere completamente indipendenti dallo Stato perché serviamo lo Stato con diligenza e prudenza, non dovremmo avere bisogno di contattare il tal dei tali ufficio perché quell’ufficio interpreta la norma in modo diverso dall’altro ufficio, non dobbiamo essere sanzionati, MAI e poi MAI.
Il cambiamento deve avvenire ADESSO non DOMANI.


Daniele Vuocolo
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Parma

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