Nuova tassonomia XBRL, semplificata la redazione del 90% dei bilanci italiani
Dimezzate le tabelle della Nota integrativa abbreviata, per le micro imprese codificati solo gli schemi quantitativi
Pubblichiamo l’intervento di Andrea Fradeani, dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Macerata e Camerino, Componente del Tavolo di lavoro società non quotate di XBRL Italia.
La nuova tassonomia XBRL taglia gli adempimenti a carico dei redattori, almeno per quelli che avranno a che fare con i bilanci abbreviati e micro (il 90% circa dei conti depositati). È questo il primo dato significativo che emerge da una lettura attenta del tracciato in consultazione (si veda “Arriva il nuovo formato XBRL” del 10 agosto 2016).
L’attuale versione elaborabile della Nota abbreviata prevede 28 tabelle. Grazie al taglio informativo consentito dal vigente art. 2435-bis c.c., la nuova tassonomia ne offre solo 14. Di queste, poi, solo una minima parte sarà effettivamente utilizzata: è infatti raro riscontrare, in società di piccole dimensioni, derivati di copertura, direzione e coordinamento od operazioni con azioni proprie o capitale di controllanti.
I prospetti di uso comune saranno allora 7 al massimo: sui movimenti delle immobilizzazioni; sui debiti con scadenza oltre i 5 anni o assistiti da garanzie reali; sugli oneri finanziari capitalizzati; sugli elementi di ricavo e costo eccezionali; sul numero dei dipendenti; sull’ammontare dei compensi e dei crediti concessi ai componenti della governance societaria; sugli impegni, garanzie e passività potenziali non risultanti dallo Stato patrimoniale.
Lo spessore dell’informativa risulta decisamente ridotto rispetto a quello dei rendiconti 2015. Proprio per tale motivo, XBRL Italia ha deciso di confermare la possibilità di utilizzare (si tratta ovviamente di una facoltà) le tabelle della forma ordinaria: il redattore potrà così offrire, laddove lo ritenga opportuno, ulteriori informazioni o maggiori dettagli.
Una delle aree più interessate sarà quella del patrimonio netto: il nuovo 2435-bis c.c. non prescrive infatti, salvo per la riserva per operazioni di copertura, particolari informazioni per tale area. Discorso similare per la disclosure sulle variazioni delle voci di Stato patrimoniale diverse dalle immobilizzazioni, sulle imposte e sui leasing finanziari. Consentito anche l’utilizzo, ancora una volta volontario, del Rendiconto finanziario (obbligatorio solo per il bilancio ordinario).
Al limite del banale risulta la codifica del bilancio per le micro imprese. Sarà composto solo da Stato patrimoniale e Conto economico, mutuati dalla forma abbreviata (ma senza le voci tipiche dei derivati). In calce al primo, come da previsioni dell’art. 2435-ter c.c., sono state previste 4 tabelle, di cui, però, solo la metà con concreta possibilità di compilazione: l’ammontare dei compensi e dei crediti concessi ai componenti della governance societaria e gli impegni, le garanzie e le passività potenziali non risultanti dallo Stato patrimoniale. Scelta forte, ma credo in linea con la ratio della direttiva 2013/34/UE, è quella di non consentire alle micro-imprese, salvo “doppio deposito” o adozione della forma abbreviata, la codifica di Rendiconto finanziario e Nota integrativa.
Discorso diverso, invece, per il bilancio ordinario. Qui il numero delle tabelle, in conseguenza dei nuovi criteri di valutazione e del maggiore dettaglio informativo voluto dal DLgs. 139/2015 per le imprese di maggiori dimensioni, aumenta da 58 a 65. Di particolare interesse sono quelle previste (ben 2) sugli elementi di ricavo e costo eccezionali: accoglieranno, forse con riflessi tributari, parte delle voci dell’ex area straordinaria, cassata, come noto, in omaggio alla prassi contabile anglo-americana.
Simili, ma con riferimento agli ex conti d’ordine, le riflessioni relative alla tabella destinata ad accogliere gli impegni, le garanzie e le passività potenziali non risultanti dallo Stato patrimoniale. 65 tabelle potrebbero sembrare troppe anche per un bilancio in forma ordinaria; in realtà parte delle stesse sarà di norma non necessaria nel caso concreto: è quindi essenziale una corretta conoscenza sia della tassonomia che della modalità di compilazione dei singoli prospetti (per cui è necessario fare riferimento alla legge e ai principi contabili). Il vocabolario posto in consultazione affronta infine, seppure indirettamente, due problematiche decisive: le modalità di personalizzazione e le problematiche di layout.
Come precisato dalla lettera di presentazione e contrariamente a quanto creduto da alcuni, la codifica in XBRL non impone la compilazione di alcuna delle tabelle previste nel tracciato della Nota integrativa: il redattore è infatti libero di eliminare le tabelle base, sostituendole, nel rispetto della legge e dei principi contabili, con testo o tabelle personalizzate.
Certo non è pensabile di farlo scrivendo in codice XBRL, ma la maggior parte dei software oggi disponibili consentono ormai personalizzazioni con pochi click di mouse (è inoltre sempre possibile, seppure sceso nel 2015 al 5% dei casi, il doppio deposito). Sulle problematiche di layout, invece, vengono annunciati miglioramenti e ottimizzazioni per la conversione delle istanze, ad uso “umano”, in html e pdf.
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