La malattia «sospende» il licenziamento fino alla guarigione
Nel frattempo il rapporto sussiste a tutti gli effetti e i giorni di assenza valgono per il calcolo del comporto
Lo stato di malattia di un dipendente a cui viene intimato un licenziamento, salvo che in caso di giusta causa, determina la sospensione del provvedimento fino alla guarigione e si considerano persistenti tra le parti tutti gli effetti del rapporto di lavoro. Pertanto, i giorni di assenza per malattia ricompresi in tale periodo possono essere computati ai fini del calcolo del comporto, rendendo legittimo un eventuale secondo licenziamento in caso di superamento dello stesso. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 5212, depositata ieri, decidendo con riferimento al particolare caso di un dipendente destinatario di due intimazioni di licenziamento irrogate, a distanza di un mese l’una dall’altra, rispettivamente per scarso rendimento e superamento del comporto (malattia).
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