Oltre alla comunicazione, conta la nostra voglia di cambiare
Gentile Redazione,
leggo con vero piacere la lettera del collega Marco Laiolo di Alessandria (“La nostra categoria deve investire nella comunicazione per essere competitiva”), perché “leggo” in queste righe uno stato d’animo comune a tanti colleghi.
Concordo con il collega che in questo “mondo selvaggio” la preparazione non è più sufficiente. Ci vuole dell’altro, specie in termini di comunicazione all’esterno.
Ma, da professionista “giovane” – in termini di carriera lavorativa – posso dire che non accetterò mai di stare “nascosto dietro una foglia, a guardare gli altri animali che mangiano” con “zero impegno nella società civile, zero impegno nel sociale, zero impegno nella vita pubblica”.
Per questo ho accettato di far parte del direttivo dell’Unione Giovani Commercialisti di Vicenza: per “cercare” nelle nostre iniziative i colleghi, ma anche gli imprenditori e gli studenti. E valorizzare la nostra categoria anche esternamente, proponendo, proponendo e ancora proponendo al nostro Ordine locale e alla nostra Unione Nazionale, mettendo a servizio di tutti il nostro entusiasmo, la nostra dinamicità e – soprattutto – la nostra voglia di cambiare questo “mondo selvaggio”.
Sto leggendo in queste settimane un bellissimo libro, “L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita” di Alessandro D’Avenia. L’autore, riprendendo un passo della Lettera a Pietro Giordani (“Non vivono fino alla morte se non quei molti che restano fanciulli tutta la vita”), mi (e ci) ricorda che l’adolescenza è energia, che “vuole testimoni, prima che maestri” perché “le passioni si risvegliano a contatto con il fuoco”. Il rapimento (tipico dell’adolescenza) deve essere, secondo l’autore, “la stella polare di una vita intera”.
Ripensando a quanto detto di recente dal nostro Presidente nazionale Massimo Miani in un’intervista rilasciata a Eutekne.info (si veda “Miani: «Sosterremo i colleghi, ma lamentarsi soltanto non basta»” del 7 marzo), concordo che lamentarsi “è giusto, ma non ci si può limitare a questo”. E allora facciamo qualcosa di importante tutti insieme per la categoria.
E noi giovani dobbiamo essere in prima linea. Perché vogliamo e dobbiamo restare “fanciulli”.
Andrea Cecchetto
Presidente UGDCEC di Vicenza
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