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Senza IRAP l’avvocato che si avvale di domiciliazioni presso colleghi

Secondo la Cassazione si tratta di elemento non significativo del consistente apporto di terzi

/ Luca FORNERO

Mercoledì, 8 novembre 2017

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Con l’ordinanza n. 26332 di ieri, la Suprema Corte è tornata a occuparsi del tema della rilevanza delle prestazioni di servizi rese da terzi, al fine dell’assoggettamento ad IRAP del contribuente.
In particolare, è stato affermato che i compensi corrisposti a fronte di sostituzioni nell’attività, consulenze e domiciliazioni presso i colleghi (nel caso di avvocati) non sono indicativi del presupposto dell’autonoma organizzazione.
Gli stessi, pertanto, sono elementi irrilevanti al fine di decidere se il contribuente deve, o meno, l’IRAP.
Nel caso di specie, sulla base della documentazione in atti, i giudici di secondo grado hanno correttamente ritenuto che gli importi erogati, rapportati all’ammontare dei compensi, fossero imputabili a prestazioni esterne (tra

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