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Prelevare tutto il deposito bancario non implica accettazione tacita dell’eredità

La Corte di Cassazione ha fornito il chiarimento, ricordando che tale atto non richiede la qualità di erede

/ Antonino RUSSO

Mercoledì, 11 aprile 2018

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Non apre alcuna successione il prelevamento – da parte del coniuge superstite – dell’intera giacenza del conto corrente cointestato ai coniugi. Infatti, tale operazione non corrisponde all’accettazione tacita dell’eredità, in quanto non è un atto posto in essere nella qualità di erede, potendo essere effettuato anche quale mero cointestatario di un conto per il quale entrambi i coniugi erano muniti di poteri disgiunti verso la banca.
Questo è il principio enunciato dalla Cassazione nella sentenza n. 4320/2018, in un giudizio incardinato da una società che – al fine di meglio tutelare una procedura esecutiva immobiliare – conveniva in giudizio una signora, rimasta vedova, chiedendo di sentir dichiarare l’intervenuta accettazione tacita, da parte della stessa, dell’eredità

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