Anche la satira del lavoratore deve essere misurata
Licenziabile per giusta causa chi, nel manifestare il proprio pensiero di critica nei confronti del datore, non rispetti i canoni dell’ordinaria convivenza civile
Anche il diritto di satira nei confronti del datore di lavoro ha un limite ed è quello della tutela della persona umana, prevista dall’art. 2 della Costituzione, “che impone, anche a fronte dell’esercizio del diritto di critica e di satira, l’adozione di forme espositive seppur incisive e ironiche ma pur sempre misurate tali da evitare di evocare pretese indegnità personali”.
Occorre rispettare la democratica convivenza civile anche se si protesta contro le politiche aziendali e se, a tal fine, la critica è esercitata attraverso la satira, utilizzando quindi un linguaggio colorito, nonché immagini forti ed esagerate: in particolare, con offese gratuite non si può spostare la dialettica sindacale, “anche aspra ma riconducibile ad una fisiologica contrapposizione ...
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