La tardiva richiesta dei compensi da amministratore non implica la rinuncia tacita
La Cassazione esclude, in tal caso, la configurabilità di comportamenti concludenti
La mera inerzia dell’amministratore nel richiedere alla società i compensi per l’attività prestata non può considerarsi una rinuncia tacita agli stessi, trattandosi di un comportamento tutt’altro che inequivoco – anzi, particolarmente ambiguo – che può essere espressione anche di tolleranza o di mera disattenzione. Ad ogni modo, attribuire rilevanza alla mera inerzia dell’amministratore significherebbe ridurre indebitamente il termine fissato dalla legge per la prescrizione del diritto.
Ad affermarlo è la Cassazione, nell’ordinanza n. 24139, depositata ieri.
Nel caso di specie, l’amministratore di una srl agiva in giudizio nei confronti della stessa per ottenere il pagamento dei compensi correlati all’incarico svolto tra il dicembre 2001 e il maggio 2006. ...
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