Movimentazione dei conti in valuta con utili tassati e perdite dedotte
Nell’ambito del reddito d’impresa, le differenze registrate sulla cassa valute e sui conti non denominati in euro sono rilevanti ai fini fiscali
È prassi di quasi tutte le società con frequenti movimentazioni con l’estero quella di detenere conti non in euro sui quali movimentare gli incassi o i pagamenti in valuta.
La rilevazione di queste operazioni non trova una disciplina espressa nei principi contabili. Tuttavia, si registra una prassi comune presso le imprese volta a contabilizzare queste operazioni utilizzando il cambio del giorno dell’incasso o del pagamento.
Per comprendere i risultati che porta questa prassi è opportuno confrontarli con quelli che, ordinariamente, si avrebbero con l’incasso o il pagamento su un conto in euro.
Prendendo ad esempio un credito di 600.000 USD originatosi il 19 settembre 2017 con tasso di cambio 1/1,1972 (e quindi valorizzato in contabilità per 501.169,40 euro), si ipotizzi che lo ...
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