La rendita vitalizia successiva non cade in successione
L’attribuzione a favore del beneficiario successivo può costituire una liberalità indiretta
Si consideri il caso in cui l’imprenditore (Tizio), titolare dell’impresa individuale, ceda l’azienda a terzi e, volendo garantire a sé ed al proprio coniuge (Caia) un sostentamento per gli anni a venire, disponga che l’acquirente, come corrispettivo della cessione d’azienda, gli corrisponda una rendita vitalizia (art. 1872 c.c.) e, alla sua morte, continui a corrispondere la rendita a favore di sua moglie, per tutta la durata residua della vita di essa.
Si tratta di una rendita vitalizia successiva, lecita, secondo la giurisprudenza (Cass. n. 7710/2016, seppur relativa all’usufrutto successivo) e la dottrina, se istituita per atto tra vivi diverso dalla donazione (mentre, in caso di disposizione testamentaria, operano i limiti individuati dall’art. ...
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