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LETTERE

Servono subito nuove norme elettorali

Mercoledì, 30 dicembre 2020

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Gentile Redazione,
ci risiamo, mi verrebbe da dire. Siamo giunti, infatti, a una nuova battuta d’arresto nelle procedure elettorali ordinistiche, dagli esiti imprevedibili riguardo ai tempi. Ancora una volta (poiché era già tristemente accaduto in passato per via delle note vicende che hanno investito il Consiglio nazionale, sciolto e commissariato nel 2012, e infine eletto nel 2014 dopo una gragnuola di ricorsi, appelli e lotte interne) la Categoria viene rappresentata come eternamente attraversata da moti che nulla hanno a che fare con la necessità che la professione avrebbe in questi momenti di essere governata.

Da queste stesse colonne, penne più autorevoli e informate della mia hanno prefigurato scenari poco tranquillizzanti circa la possibilità di rinnovare a breve i Consigli territoriali e conseguentemente il Consiglio nazionale. Un’intricata ragnatela di situazioni condiziona infatti una visione lineare e agevole degli iter elettorali, tenuto conto che sulla vicenda incidono simultaneamente:
- la sospensione delle procedure elettorali con rinvio da parte del Consiglio di Stato al TAR Lazio dell’appello proposto da una Collega di Pescara avverso il respingimento della propria istanza cautelare volta a ottenere la sospensione delle elezioni di novembre 2020 (poi febbraio 2021), avendone di queste ultime richiesto l’annullamento, in quanto disciplinate dall’impugnato decreto del Ministro che aveva approvato il regolamento elettorale e che, a dire della Collega, era sprovvisto di disposizioni per contrastare le discriminazioni di genere e promuovere le pari opportunità;
- la prossima udienza del TAR Lazio per il giudizio di merito sia sulle impugnative proposte dalla Collega di Pescara, sia sulla contestuale richiesta, in alternativa all’accoglimento del ricorso, del rinvio alla Corte Costituzionale del DLgs. 139/2005 concernente l’ordinamento professionale;
- l’approvazione dell’emendamento Conzatti al decreto “Ristori” che prevede l’obbligo per le liste di riservare almeno due quinti dei candidati al genere meno rappresentato;
- il disegno di legge, sempre d’iniziativa della Senatrice Conzatti, comunicato alla Presidenza del Senato il 4 novembre scorso, di modifiche al DLgs. 139/2005, in materia di equilibrio tra i generi nei Consigli dell’Ordine, di istituzione di una commissione per l’ammissione delle liste e di disciplina del doppio mandato.

Quanto possano intersecarsi e interagire tra loro queste vicende è evidente a tutti e quante variabili possano scaturire in termini addirittura esponenziali non è neppure difficile da immaginare.
Ma chi è la madre di tutte le questioni, qual è il peccato originale da cui tutto scaturisce? Lasciatemelo dire, credo sia proprio l’incompletezza, l’evanescenza e l’inadeguatezza del nostro ordinamento riguardo alla disciplina elettorale cui, non a caso, hanno fatto seguito, nel tempo, oltre alle già citate liti, anche alcune interpretazioni e decisioni in materia, segnate spesso da altrettanta incoerenza, fornite da parte dei vari CN, dal Ministero e dalla Cassazione.

Tutto questo ha finito per creare un clima di disorientamento e confusione, quando non di violenta competizione, all’interno di una Categoria che ben altra aria meriterebbe di respirare in momenti così critici e decisivi per il futuro di ciascun iscritto.

Cui prodest? Non lo so e non mi interessa saperlo, ma spero che che tutto dipenda solo dal caso avverso e non da “manine” interessate. Quello che so, invece, è che lasciando tutto come sta, non se ne verrà a capo né facilmente, né brevemente.
Servirebbe, a mio avviso, uno scatto d’orgoglio da parte di tutte le componenti ordinistiche, seriamente unite nella volontà di sbrogliare la matassa con l’unica soluzione possibile, quella legislativa. L’unico modo per superare velocemente e definitivamente sia il vaglio del TAR, sia quello, eventuale, della Consulta.

Serve, cioè, proprio una modifica puntuale del DLgs. 139 che disciplini in modo corretto, lineare e coerente l’intero procedimento elettorale (io, per la verità, ne approfitterei principalmente per abolire l’elezione del Consiglio nazionale con votazioni di secondo livello che creano, sempre, imbarazzanti situazioni di bassa politica, rimettendo le decisioni al suffragio universale degli iscritti) con particolare riguardo:
- alla composizione delle liste dei candidati con l’obbligo della parità di genere;
- all’abolizione dell’anacronistico principio the winner takes it all e introduzione del certamente più democratico metodo proporzionale;
- alla chiara disciplina del cosiddetto divieto di terzo mandato consecutivo considerando non compiuto il secondo mandato anche nell’ipotesi di dimissioni volontarie purché presentate entro un periodo inferiore alla metà del mandato pieno;
- all’introduzione di una commissione, terza rispetto ai candidati, per l’esame e l’ammissione delle liste;
- all’introduzione del voto telematico, garantito da un’autorità certificata;
- alla decadenza del Consiglio per il venir meno della metà del numero dei propri componenti assegnati anche dopo aver fatto ricorso allo scorrimento della lista.


Antonio Bevacqua
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catanzaro

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